Di Fabio Gallo/
Pochi istanti di terrore, di rumori che non avresti mai voluto ascoltare e che ti faranno sempre compagnia, e la vita si chiude in un grande silenzio! Poi, esci per strada se ti accorgi di essere vivo tra i morti e ti fermi a fissare il vuoto. Li c’era una casa, li un’altra e li, li la nostra grande Chiesa. E così inizia una vita nuova, un’altra, nella quale ci rendiamo conto che la nostra esistenza è piena di vuoto nel quale la nostra memoria ripone ogni cosa al suo posto cercando, in assoluto silenzio, di ricordare esattamente dove era per poterci convincere che tutto, per davvero, tornerà come era. Tutti, superstiti guidati dalla memoria tra le macerie di questo tempo, ci scopriamo amici e comprendiamo chi siamo per davvero e cosa avevamo.
Come una madre e un padre impiegano una vita a rendere accogliente una casa, un’intera comunità impiega una vita a rendere decorosa e accogliente la propria Chiesa. E’ un profondo dolore vederla ridotta in polvere ma noi siamo cristiani e sappiamo bene che non è sufficiente il crollo di una Chiesa fatta di pietre per dubitare della presenza, della nostra Santa e nostro Santo al quale la vita, proprio come a noi, non ha risparmiato terremoti e amarezze e che in morte continuano ad unire cielo e terra. Ma quelle mura erano anche la nostra casa nella quale sentivamo l’abbraccio e il conforto del Cielo.
Quando cade una Chiesa il lutto è più grande, come la paura di rimanere da soli. Il quartiere e la Città temono che tutto gli sia stato tolto e di rimanere, da quel momento in poi, sempre e solo un quartiere senza Cristo. Questo è il punto: ricostruire solo case non è solo ciò che serve a chi nei secoli ha saputo edificare Basiliche e rappresentare in esse le virtù di un’intera comunità. Artigiani, scalpellini, falegnami, scultori, pittori, decoratori. Mestieri che oggi non esistono più perché prima che il sisma, ad adeguare al suolo la civiltà è stata la politica italiana degli ultimi 40 anni. I terremoti possono lasciarti vivo anche sotto le macerie. Diversamente i politici italiani non hanno avuto nessuna pietà e hanno ucciso tutte le piccole imprese che hanno reso l’Italia il luogo ad un passo dal cielo. Sanno di fingere. Sanno di interpretare un ruolo. Sanno di indossare una maschera. Sanno di avere bisogno di quel lauto fine mese.
Questi terremoti e i danni che essi stanno comportando tanto nella nella vita della gente quanto alla storia, come dimostra il crollo della Basilica di San Benedetto da Norcia Patrono dell’Europa, ci inducono a ritenere chi afferma che “ricostruiremo tutto” un bestemmiatore. Dunque, non bestemmiare! Piuttosto, “Ora et Labora”!