Il messaggio non è nuovo, ma ogni giorno che passa sembra farsi più incalzante. Stefano Parisi torna a “stuzzicare” i big di Forza Italia. “C’è un gruppo dirigente – dice – che deve fare un passo indietro”. Parole che contribuiscono a fare irritare i dirigenti azzurri che, però, da un po di tempo hanno adottato la linea del ‘no comment’, come a voler sminuire i suoi attacchi. Il fatto è che i nuovi siluri dell’ex candidato sindaco di Milano arrivano dopo un lungo colloquio avuto con Silvio Berlusconi a palazzo Grazioli. Un incontro che spinge a leggere con una luce diversa anche una risposta data da Parisi a chi lo interrogava circa la freddezza del Cavaliere verso i suoi uomini: “Caldo non è”.
In più interviste nello stesso giorno, l’ex candidato sindaco di Milano torna più volte sull’argomento. E seppur usando toni moderati ed espressioni mai sopra le righe, non le manda certo a dire. La sua idea, spiega, è che si debba “cambiare molto nel centrodestra” dove “c’è una prima linea di persone elette in Parlamento grazie ai voti di Silvio Berlusconi che hanno portato il partito in alcune città al 4%”. In poche parole: “Bisogna cambiare classe dirigente”.
La parola “rottamazione” non gli piace anche perché – rimarca – a Matteo Renzi non sta portando benissimo. “Questo progetto di rigenerazione – preferisce dire – va fatto presto, anche perché penso che si voterà prima”. E se non scorre buon sangue tra lui e la prima linea di Forza Italia, aggiunge, è perché “noi stiamo facendo un processo di rinnovamento e chi non vuol essere rinnovato resiste” ma deve “rendersi conto che la politica è un ciclo”.
Ma Parisi non può vantare un rapporto di amicizia nemmeno con Matteo Salvini, nonostante quest’ultimo lo abbia sostenuto nella campagna elettorale a sindaco di Milano. Il leader della Lega, infatti, ogni volta che si parla del ruolo di Mr.Chili nella coalizione continua a derubricarlo a semplice “consigliere comunale”. “Io – risponde l’interessato – sto cercando di parlare a 10 milioni di persone che votavano centrodestra e ora non lo votano più. Non mi occupo di alchimie. Salvini è uno che crea il nemico, io mi occupo di altro”. Non solo. Perché Parisi prova a stroncare anche l’opa che il segretario del Carroccio ha lanciato sulla leadership del centrodestra. “Deve essere un moderato, altrimenti – osserva – non vince. E deve essere capace di unire”. E se Salvini basa le sue rivendicazioni sulla scorta delle percentuali di consenso, la sua replica è tranchant: “Lui fa un ragionamento meramente matematico. A parte che sta avanti nei sondaggi dello 0,2%, ma non sono questi gli argomenti”.