Di Fabio Gallo/
Con il termine Brexit si indica l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea. I Cittadini si sono espressi e hanno votato per l’uscita. Di certo la Gran Bretagna ha ricevuto vantaggi dall’essere un Paese dell’Europa ma l’Europa oggi non è più ciò che si proponeva di essere per i suoi Cittadini. La Brexit ha avuto un esito doppiamente dirompente perché totalmente inatteso dagli operatori dei mercati, che fino a giovedì notte avevano effettuato i loro posizionamenti sulla base delle indicazioni che erano giunte dai sondaggi, rivelatisi totalmente errati.
Molti i pensieri autorevoli ma tutti discordanti sulle conseguenze. Per il filosofo Massimo Cacciari la Brexit rinforza il NO del referendum costituzionale con la conseguente cacciata di Matteo Renzi che, però, vede male al punto tale da esclamare “Dio ci salvi”. In fondo, se ha salvato la Regina, Dio potrebbe salvare anche noi italiani. Per Di Battista (M5S) sarebbe la strada giusta anche per l’Italia. A parere di Donald Trump si tratta solo dell’inizio di una serie di errori enormi da parte dell’Europa in quanto “ci saranno molti altri casi in cui i paesi vorranno riprendere il controllo dei loro confini, della loro politica monetaria, di tante altre cose..”.
Come sappiamo la prassi indica che ad attivare la procedura di sgancio dall’Europa deve essere il Paese che dichiara di volere uscire. In questo caso i tempi di sgancio ci diranno se la Gran Bretagna ha ideato una manovra per aprire una trattativa serrata con l’Europa, o se la sua visione politica è davvero proiettata al ritorno della propria integrità nazionale su cui scommettere.
Il fatto stesso che le previsioni di alcuni importanti sistemi di monitoraggio siano andate fuori centro e anche di molto, significa che la superficialità con la quale si sta affrontando il problema Europa e la politica in genere è davvero notevole. Matteo Renzi con i suoi Ministri non potranno sottovalutare il potenziale di un nuovo referendum, questa volta in Italia, già reso possibile dai pronostici della leadership del M5s.
E che i partiti non possono più contare sui loro calcoli lo hanno dimostrato in Italia le recenti amministrative dove i partiti sono stati costretti a consegnare al Movimento 5 Stelle il Governo della Capitale d’Italia. E ne vedremo delle belle con il referendum sulla Costituzione che con la schiacciante vittoria del NO che emergerà per la prima volta dal Popolo, costringerà i partiti a comunicare alla burocrazia europea che nulla più è certo.
Il mondo appare scioccato per la reazione del grande Popolo inglese al referendum con il quale ha espresso la necessità di uscire dall’Europa. Prima di riflettere sulle conseguenze che non saranno solo negative (e poi bisogna vedere per chi, ndr.) bisognerebbe riflettere sul concetto di Europa, così come la si conosce oggi.
La storia ci insegna che quando il Mediterraneo è in fermento l’Occidente ne risente e si riconfigura. Un processo in corso da secoli che oggi si acutizza al punto tale da mostrare il lato oscuro dell’Europa che paga, pur di non avere problemi da risolvere sui tavoli non della politica, bensì della burocrazia internazionale. L’emigrazione è solo la punta dell’iceberg. Lo scempio è sotto gli occhi del mondo: no sicurezza per i cittadini europei, incapacità politica d’intervento sul fenomeno migratorio, lunghi e mortali silenzi che hanno finito per produrre la violazione di tutta la scala dei diritti umani.
Di cosa ci meravigliamo? Che la Grand Bretagna abbia scelto di uscire fuori dall’Europa? Ma quale Europa? Fortunatamente il fatto che a scegliere sia quella parte di mondo che ha una Regina che si chiama Elisabetta, non consente (almeno questo) di scherzarci sopra. Il grande Paese dei conquistatori, dei colonizzatori, dei guerrieri, oggi esce dall’Europa. Dunque qualcosa non va. Sarà la centralità della Germania che ha imposto un modello di austerità che ha condannato a morte tre generazioni? Forse, di fatto è proprio Londra, la capitale del lavoro europeo che accoglie decine di migliaia di italiani, a dire stop Europa.
Forse è anche giunto il momento di riflettere sulla qualità della vita politica in Europa. Negli ultimi anni sono stati davvero in pochi i politici che hanno compreso quale sia l’orizzonte dell’Europa. In Italia poi, bisogna dire, si contano sulle dita di una mano i politici capaci di avere una visione dell’Italia europea in grado di creare sviluppo. Ma di farse ne abbiamo viste tante, soprattutto nelle regioni del Sud Italia. E’ nota l’assoluta incapacità dell’attuale governo di bilanciare gli investimenti tra Nord, Centro e Sud per creare sviluppo. Nel Sud in modo speciale, il Governo di Matteo Renzi ha sbagliato tutto delegando strutture politiche assolutamente impreparate, al punto tale da sollecitare un vero e proprio tsunami contro il renzismo che sembrava diventare una moda o, se vogliamo, il rifugio di tutta la vecchia politica che non ha mancato di fare implodere il sistema. In parole povere se Matteo Renzi avesse mantenuto fede alle promesse da rottamatore, non avrebbe oggi consentito agli italiani di riflettere su un eventuale referendum sull’uscita dall’Europa.
Ci sarà un motivo per cui la gente riflette seriamente sui valori (e disvalori) dell’Europa? E’ da chiedersi se sia legittimo che l’Europa inondi l’Italia di Olio tunisino, di frutta spagnola, di carne di cane cinese, di cibo spazzatura di ogni sorta, di olio di palma. Per non parlare della politica sull’immigrazione, sulla sicurezza, sulla salute, sul lavoro, etc., etc.! Prima o poi doveva accadere che qualche Paese che ha ancora la forza di avere dignità si ribellasse! Bene, è accaduto. E sarà solo l’inizio perché l’Europa si è allontanata dalla centralità dei bisogni primari dei suoi cittadini pretendendo che essi si sentano “europei”. La vera novità non sarà la vittoria di questo referendum ma l’apertura di un confronto tra la burocrazia europea e i cittadini con le nuove formazioni politiche e i nuovi movimenti che sostituiranno totalmente la vecchia politica. Questa burocrazia ha tradito tutti per favorire pochi. E per questo ne pagheremo tutti le conseguenze.