Introduzione a cura di Fabio Gallo – Direttore Editoriale/
Nessuno è più sicuro in Europa e prima di tutti le Donne la cui cultura occidentale contrasta con quella islamica portata dagli immigrati che le intendono culturalmentete subalterne e schiave dei propri desideri. Ammettere i punti che differenziano le due cultura è soprattutto un atto civiltà nei confronti di tutti i cittadini occidentali di fede non islamica. In particolar modo nei confronti di miliardi di cittadini che stanno subendo, oltre le crisi economiche dovute ai tentativi di affermazione del mondialismo, la destabilizzazione della propria cultura, nella propria casa, nelle proprie scuole, nei propri luoghi di socializzazione e crescita in pace.
Se vogliamo parlare ci cultura di pace dobbiamo essere in grado di stabilire regole e percorsi di integrazione globali, che vadano bene per tutti, in qualsiasi luogo del mondo. Certo, in questa fase in cui la coscienza culturale occidentale di sta diluendo principalmente per incapacità interna di governo e visione del futuro, vedere come l’alta dirigenza italiana sbava innanzi ad un rolex, lascia intravedere orizzonti infelici.
QUEL MONDO ISLAMICO DI MEZZO
E la differenza di cultura – e qui non si tratta di essere etichettati come poco umani – si sta manifestando a sole poche settimane dalla “parata” pubblicitaria di Angela Merkel che sorridente apre le porte della sua Nazione al flusso di migranti in entrata. Oggi la Germani di Angela Merkel fa un passo indietro dopo i gravissimi fatti accaduti nella notte di Capodanno nei pressi della stazione di Colonia. Fatti gravissimi denunciati dalle donne tedesche costrette a subire violenze di ogni tipo da gruppi di immigrati che, senza mezzi termini, hanno risposto con parola chiare alla Polizia tedesca: “tanto non potete farci niente!”.
Forti di questo passaporto frutto dell’incapacità dell’attuale politica di governare l’Europa, giungono in occidente non solo profughi che sfuggono alle guerre e alla fame, bensì criminali di ogni ordine e grado che stanno modificando velocemente l’assetto civile dell’Europa trasformata in un vero campo di guerra civile.
A COLONIA ACCADE CHE
Diverse centinaia di donne si sono riunite davanti al sagrato della cattedrale di Colonia per manifestare contro le violenze avvenute a Capodanno ma anche, più in generale, contro le prevaricazioni sulle donne. “No vuol dire no. È la nostra legge. Lasciateci in pace”, era scritto su alcuni cartelli, “no alla violenza sulle donne, a Colonia, alla festa della birra, nella camera da letto”, si leggeva su altri striscioni. “Vogliamo sentirci di nuovo sicure, sono qui per tutte le madri, le figlie, le nipotine e le nonne che voglio uscire e stare tranquille”, ha spiegato Martina Schumeckers, una musicista di 57 anni, che ha organizzato il raduno. La città nel frattempo è teatro di due manifestazioni contrapposte. Da una parte un raduno convocato da Pegida, il movimento di estrema destra islamofobo nato a Dresda, per il quale la polizia tedesca prevede un migliaio di partecipanti. Dall’altra parte della piazza principale di Colonia è stata organizzata una contromanifestazione di sinistra, con lo slogan “I rifugiati sono i benvenuti” con la presenza di centinaia di manifestanti. “E’ inaccettabile che Pegida sfrutti le orrende violenze sessuali perpetrate a Capodanno a favore delle sue tesi razziste”, ha dichiarato Emily Michels, 28 anni, con un megafono. I “Patrioti europei contro l’islamizzazione dell’Occidente” hanno convocato il raduno a partire dalle 14 davanti alla stazione della città con la parola d’ordine “Pegida protegge”. Sulla pagina Facebook, il movimento dice di non voler strumentalizzare i furti e le violenze sessuali avvenuti nella notte di San Silvestro. Ma il fondatore Lutz Bachmann si è mostrato tutta la settimana sul suo account Twitter con indosso una t-shirt “Rapefugees not welcome” (stupratori-rifugiati non siete benevenuti). Intanto la polizia federale ha detto di aver identificato 32 sospetti, di cui 22 richiedenti asilo e ha registrato 76 infrazioni, di cui 12 a sfondo sessuale e fra queste 7 aggressioni fisiche. La polizia di Colonia, dal canto suo, che ha mobilitato un centinaio di ispettori per vagliare 350 ore di registrazioni video, ha fermato 16 sospetti.