Redazione de ILPARLAMENTARE.IT/
Ci chiediamo come sia possible produrre economia, far girare danaro, se quasi la metà dei pensionati d’Italia percepisce meno di mille Euro , la disoccupazione giovanile ha raggiunto percentuali da capogiro e regioni come la Calabria sono ferme e non riescono a dare vita ad un solo progetto innovativo capace nel tempo di produrre nuove economie? La Politica italia sta sbaglia, quantomeno e senza dubbio sta sbagliando questo Governo che, nonostante la buona volontà, non riesce ad intervenire sulla realtà dei fatti. In Italia si parlerà ancora per venti anni di sussistenza quotidiana per la metà degli italiani che continueranno ad essere la cassa delle “supercazzole” di questo e quel politico che poi, puntualmente, scopriamo essere indagato per mafia o altro. Il problema non è riempire le carceri ma quello di capire che così non si può andare avanti. Lo dice Fabio gallo, esperto di gestione della conoscenza della Fondazione “Paolo di Tarso”. Considerazioni nata dall’analisi dei dati oggettivi che confluiscono nella rete.
Asca – Quasi un pensionato su due percepisce un reddito pensionistico medio inferiore ai mille euro al mese. E’ quanto emerge dal bilancio sociale dell’Inps relativo al 2014. Il 42,5% dei pensionati, infatti, pari a circa 6,5 milioni di individui, prende un assegno mensile inferiore ai mille euro. Tra questi il 12,1% percepisce meno di 500 euro mensili. Cala nel 2014 la spesa per ammortizzatori sociali. Nel 2014 è stata infatti di 22,6 miliardi di euro con una contrazione rispetto al 2013 di 998 milioni di euro, pari al 4,2%.La spesa è ripartita in 6,1 miliardi per la cassa integrazione, 13,1 miliardi per le indennità di disoccupazione e 3,4 miliardi per le indennità di mobilità. Il flusso annuo dei lavoratori beneficiari della Cig è stato di circa 1,2 milioni, contro 1,5 milioni di unità rilevate nel 2013, con una riduzione del 21,3%. La mobilità ha interessato invece oltre 350mila unità e le indennità di disoccupazione circa 3 milioni. Diminuiscono anche sotto la soglia dei tre milioni i dipendenti pubblici con contratto a tempo indeterminato. I lavoratori pubblici iscritti nel 2014 sono, infatti, 2.953.021, con una flessione del 2,8% rispetto al 2013. “Le politiche di blocco del turnover nel pubblico impiego – si legge nel rapporto – hanno avuto riflessi sulla platea di iscritti, peggiorando sia il rapporto tra iscritti e pensionati della gestione pubblica, sia il rapporto tra entrate per contributi versati ed uscite per prestazioni pensionistiche”.