New York, 26 set. (askanews) – Nuova missione di Matteo Renzi negli Stati Uniti, un’intensa “tre giorni” tra economia e diplomazia. “L’Italia sta ripartendo, non fermiamoci adesso”. Lanciando questo messaggio, a un lettore su “L’Unità”, Renzi si presenta a New York City. Il presidente del Consiglio ha un’agenda fittissima di impegni nella metropoli americana. La cornice è la 70esima edizione dell’Assemblea generale dell’Onu, di fronte ai cui membri parlerà martedì quando in Italia saranno le 20 circa. Sarà quello l’evento conclusivo del suo viaggio in America, che inizia questa sera (la notte italiana) con la partecipazione nel polmone verde della città, Central Park, al “Global Citizen Festival”. L’evento gratuito – che vedrà esibirsi artisti del calibro di Pearl Jam, Beyoncé, Ed Sheeran e Coldplay – coincide con il lancio da parte del Palazzo di vetro dei nuovi Global Goals, obiettivi globali per mettere fine alle ineguaglianze, per proteggere il Pianeta e per eradicare la povertà estrema entro il 2030. Renzi parlerà durante questo appuntamento. La domenica del presidente del consiglio è piena. Si inizierà con la partecipazione al “Global Leaders’ Meeting on Gender Equality and Women’s Empowerment: A Commitment to action”, riunione focalizzata sulla parità di genere e un maggiore potere per le donne nella quale è previsto un intervento di Renzi. Successivamente il presidente del consiglio parlerà al Summit sull’agenda per lo sviluppo 2030. Nel tardo pomeriggio americano, il leader italiano si sposterà dall’Onu allo Sheraton New York Hotel sulla 52esima strada all’angolo con la settima Avenue per partecipare a un panel organizzato dalla Clinton Global Initiative, l’iniziativa lanciata nel 2005 dal 42esimo presidente americano Bill Clinton “per trasformare idee in azioni” e che raduna oltre mille leader globali della filantropia, della finanza, dell’imprenditoria, del governo e della società civile. Anche quest’anno, come l’anno scorso, Renzi sarà presente. Parteciperà a un panel con il finanziere George Soros, presidente del Soros Fund Management. Il tema? La crescita in Grecia e nel Sud dell’Europa. In quell’occasione Renzi potrà ricordare che sotto la sua guida l’Italia si è risollevata dopo tre anni consecutivi di recessione. E che il suo governo ha da poco rivisto leggermente al rialzo le stime di crescita per questo e il prossimo anno. In vista del varo della legge di stabilità a metà ottobre, le stime sono per il momento pari a un Pil 2015 in crescita dello 0,9% contro lo 0,7% anticipato e nel 2016 è attesa un’accelerazione a un +1,6% e non più a un +1,4%. Il deficit/Pil resta poi sotto il 3% imposto dall’Ue anche se è visto crescere nel 2016 e 2017 rispetto ai precedenti calcoli, visto che il governo Renzi intende usare la flessibilità di bilancio a disposizione per liberare nuove risorse finanziarie. Il debito pubblico in rapporto al Pil resta però alto. Lo ha notato ieri anche l’agenzia di rating Dbrs, che però ha parlato di “progressi concreti” sul piano delle riforme strutturali e istituzionali. Progressi riconosciuti anche da istituzioni come il Fondo monetario internazionale, che potrebbe a sua volta ritoccare al rialzo le stime di crescita dell’Italia quando a inizio ottobre pubblicherà il suo World Economic Outlook nell’ambito degli Annual Meetings che quest’anno si svolgeranno a Lima, Perù, e dove ci sarà anche il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. Lo stato economico dell’Italia da lunedì passerà in secondo piano dando spazio ai temi caldi che toccano il nostro Paese. Renzi parteciperà infatti al summit sul peacekeeping presieduto dal presidente americano Barack Obama e martedì a quello sul contrasto al terrorismo e all’estremismo. Quella sarà l’occasione per il presidente del consiglio di parlare anche di Mediterraneo e di Libia. E all’ombra di un Palazzo di vetro che ha sempre lodato il ruolo dell’Italia nell’affrontare la peggiore crisi di rifugiati dalla Seconda guerra mondiale, Renzi dirà di apprezzare il fatto che nelle ultime settimane l’Europa “sembra essersi svegliata”. Ma lui chiederà “fatti, non solo parole”. Intanto la penisola, con orgoglio, “continuerà a fare la sua parte”.