a cura dell’Avv. Giovanni Borelli/
Il prof.Giovanni Conso, con lo stile e la discrezione che lo hanno sempre distinto, da gran signore piemontese, in silenzio e senza clamore, ci ha lasciato.
Il nostro Paese perde, non solo un grande uomo ed un fine giurista, ma soprattutto un valido esempio, avendo saputo coniugare, con misurata precisione, il proprio dovere ed il profondo sapere con il rispetto per il prossimo, tutelando i diritti umani e le difficoltà degli indigenti, mai disancorato dalla realtà ,offrendo sempre la propria disponibilità con oculata accortezza perché il suo aiuto non avesse risonanza alcuna, da vero cristiano. Eppure le tantissime cariche ricoperte, tutte più che prestigiose, avrebbero potuto indurlo a chiudersi in un alone distaccato di superiorità, ma se lo avesse fatto, non si sarebbe riconosciuto, né accettato, perché sapeva che il suo era soltanto un servizio e se lo ricopriva, pur meritandolo, era un segno di volontà superiore. Ricordo invece che quando la giuria del Premio Michelangelo volle insignirlo all’unanimità nella Sua parrocchia, la Basilica S.Maria degli Angeli e dei Martiri, del premio della capitale, lessi nei suoi occhi la gioia per un riconoscimento vero, sentito, spontaneo e le sue parole, sempre precise , ne stigmatizzarono il senso, in quanto era conscio che il diritto fosse una arte vicina alla fede. Il riconoscimento suggellava difatti in lui, fiero allievo del grande giurista Francesco Antolisei, il vero successore e questo si lo inorgogliva piu di qualsiasi altra carica, tant’è che percepita la gradita accettazione ritenni per il prestigio della Avvocatura romana che fosse il presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma a consegnare la scultura simbolo del premio, presenti il presidente maestro Ennio Morricone e Monsignor Renzo Giuliano,
Grazie grande Presidente Professore Avvocato per come hai speso la Tua vita, ne prendiamo insegnamento perché abbiamo tutto da imparare da Te.
Un abbraccio alla impareggiabile consorte ed a tutta la famiglia.