Alla fine dei conti Matteo Renzi ha capito che il problema grosso sono loro, i politici che parlano il politichese, vecchi e giovani che si parlano addosso e dimenticano che sono pagati per risolvere i problemi. Professionisti della liturgia della parola politichese, Matteo Renzi si è reso conto che le cose non cambiano perchè la politica è incapace di dare vita a progetti di sviluppo capaci di utilizzare il grande patrimonio culturale della conoscenza per tradurlo in economie.
Eppure i progetti di sviluppo, a volte, sono proprio sotto al naso dei politici traditi dalla propensione a imporre la loro incapacità, comprimendo così ogni potenzialità di sviluppo. Mai come in questo ultimo anno si registra l’incapacità e l’inadeguatezza di molti politici a relazionarsi con i programmi capaci di sviluppare nuove economie. I tempi cambiano insieme all’approccio con il moderno mondo economico ma il politico rimane fermo alle sue chiacchiere e ad aggiungere noia su noia, come afferma il Premier.
“Quando dico che dobbiamo rottamare il piagnisteo non intendo che non si deve denunciare quel che non va, ma una volta denunciato quel che non va ti pagano per risolvere il problema non per aggiungere noia a noia e ripetere un cliché prestabilito”. Lo ha detto il segretario del Pd Matteo Renzi, intervenendo alla direzione del partito sul Mezzogiorno. “Primo perchè – ha aggiunto – non è vero e poi è anticrescita per definizione. Se abbiamo ancora una volta un discorso di noi stessi basato sulla pigrizia intellettuale poi all’estero non siamo credibili”. Il premier ha annunciato che il Pd proporrà un “masterplan per il Sud” prima della legge di stabilità. “Questa tappa è la prima di una serie di appuntamenti. Propongo un secondo momento, da subito, di seminario di approfondimento durante la festa nazionale dell’Unità, il 5 o il 6 settembre. Vorrei che prima delle legge di stabilità il Pd uscisse con un vero e proprio masterplan per il Sud”.