Introduzione a cura di Fabio Gallo/ Direttore Editoriale/
Sua Eccellenza Mons. Nunzio Galantino Segretario Generale della CEI dice la sua sul mondo della politica e a dire di molti, anzi, moltissimi, ha ragione quando dice che la politica di oggi è un piccolo harem di cooptati e furbi. La situazione di degrado in cui versa la maggior parte della classe politica italiana lascia intravedere il peggio e drammatiche conseguenze sul futuro della Nazione e della stragrande maggioranza dei Cittadini italiani, soprattutto i Giovani, che non sono in condizioni di programmare il proprio futuro per assenza di adeguate prospettive di lavoro. In questo contesto la voce della Merkel si fa sentire quando suggerisce ai giovani italiani di trasferirsi in Germania dove le cose funzionano e c’è lavoro. Non male l’idea della “Patrona d’Europa” di ripopolare la Germania, come già accaduto in passato, di giovani italiani che, si sa, sono dediti al lavoro e pronti al sacrificio.
Crisi di valori! Si, in modo particolare nel Mezzogiorno d’Italia la politica si è mostrata e si sta mostrando assolutamente incapace di una qualsiasi visione, figuriamoci lungimirante. Tutti bravi a spendere le risorse pubbliche ma amministralo è altra cosa. Miopia politica che sta costando la restituzione di fondi europei al mittente con il conseguente danno che si traduce in una ipoteca sul futuro per tutti. In relazione alla Calabria, in modo particolare, la situazione è davvero disastrosa, imbarazzante, e appare chiaro che il Governo Renzi non si fidi neanche dei suoi stessi rappresentanti deputati della Calabria, al punto tale, da avere reso inefficace ogni manovra, se non meramente estetica o di poco conto, del Governo regionale. Poi, ogni tanto un fischio e tutti a Roma ove ci si rende conto che tra Sud e Nord c’è sempre grande, anzi, grandissima differenza.
E poi, i veleni! Secondo il migliore uso della politica dell’inciucio, appena si sente aria di campagna elettorale nel Mezzogiorno, in modo specialissimo in Calabria, la melma risale dagli inferi per pennellare il volto di tutti, chi più, chi meno, chi a ragione, chi a torto. E si, perché quando parlano i pentiti, è noto, il fango arriva ovunque e le macchie rimangono. Segni evidenti, salvo chi può dimostrare il contrario, di un sistema corrotto che necessita di una riforma epocale.
Insomma, per intenderci, è in questo clima di assoluta mancanza di etica che il Segretario Generale della CEI fa tuonare la sua voce. E chi dice, effettivamente, che i cattolici debbano stare a casa o debbano sottomettersi a questo sistema di furbetti?
Da ANSA – La politica di Alcide De Gasperi “non è quella che siamo stati abituati a vedere oggi, vale a dire un puzzle di ambizioni personali all’interno di un piccolo harem di cooptati e di furbi”. Lo dice il segretario generale Cei, mons. Nunzio Galantino, nella sua Lectio degasperiana, che ha consegnato non partecipando all’incontro in Trentino. Monsignor Galantino non è a Pieve Tesino (Trento) per la Lectio su Alcide De Gasperi ma ha lasciato alla Fondazione il testo che aveva preparato. (non letta da lui che ha annullato la sua presenza a Pieve Tesino, Trento). “I veri politici – sottolinea il segretario della Cei – segnano la storia ed è con la storia che vanno giudicati, perché solo da quella prospettiva che non è mai comoda, si possono percepire grandezze e miserie dell’umanità”.
Bestemmia pensare cattolici con freno a mano – “Pensiamo spesso che il buon cattolico sia un uomo a metà, una via di mezzo tra gli ambiziosi e i disperati e non è vero. Pensiamo che un cattolico sia un uomo con il freno a mano, che non possa godere del successo della scienza o dei frutti della ricchezza, ma sono bestemmie perché non c’è nessun motivo che ci spinga a rinunciare ad offrire al Signore il meglio dell’intelligenza e dello sviluppo economico e tecnologico”. Lo dice il segretario generale della Cei, mons. Nunzio Galantino, nella Lectio degasperiana consegnata al convegno in corso a Pieve Tesino (Trento).
Chiesa stesso destino Paese,ma va sostenuta – “La Chiesa non ha bisogno di diplomazie esclusive, ma di uno spirito evangelico, come Papa Francesco non si stanca di ricordarci”. Lo dice il segretario generale Cei nella sua Lectio degasperiana. “Che cosa saremmo noi vescovi italiani senza l’Italia? La nostra missione non può essere disgiunta dal destino di questo nostro Paese, a cui siamo non solo fedeli, ma servitori. Ciò significa allora che il Papa, i vescovi e i presbiteri hanno bisogno di essere inseriti a loro volta in una comunità impegnata e solida che li ascolti, certo, ma anche che li aiuti e li sostenga”, sottolinea il segretario dei vescovi.