Roma, 27 feb. (askanews)
Finale di settimana sommesso dell’euro, finito sotto quota 1,12 sul dollaro a dispetto del via libera del Bundestag della Germania, che di fatto era dato per scontato, alla proroga di quattro mesi sugli aiuti europei alla Grecia. In realtà a muovere le quotazioni è stato il rafforzamento del biglietto verde, innescato nella seduta precedente dai commenti del capo dell Federal Reserve, Janet Yellenm che hanno spinto gli operatori a ipotizzare rialzi dei tassi sul dollaro nel corso di quest’anno.
In serata l’euro si attesta a 1,1195 dollari, in prossimità del minimo di 1,1101 toccato a fine gennaio che è anche il livello più basso fin dall’agosto del 2003.
L’indebolimento riflette l’andamento divergente delle politiche monetarie di Usa e Eurolandia. Oltre Atlantico la Fed ventila manovre restrittive, che tendenzialmente conducono ad apprezzamenti della divisa di riferimento. Nel Vecchio Continente, invece, il presidente della Bce Mario Draghi ha appena ribadito la necessità di portare avanti interventi espansivi, il quantitative easing su titoli di Stato fino a quando l’inflazione non sarà tornata a livelli accettabili.