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domenica, Novembre 24, 2024

Le risposte scritte del Movimento 5 Stelle alle 10 domande del PD

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beppe grillo-movimento 5 stelle-legge elettorale
Beppe Grillo leader del Movimento 5 Stelle

Ecco le risposte del Movimento 5 Stelle alle 10 domande del Pd, che i democratici ritengono pregiudiziali per la ripresa del confronto sulla legge elettorale. A pubblicarle e’ stato il leader del movimento, Beppe Grillo sul suo blog. A introdurre il tutto c’e’ comunque un ‘cronologia’ di quanto accaduto in questi ultimi giorni e la precisazione: ”La nostra massima disponibilita’ al confronto e al dialogo ci porta a rispondere a tutti i vostri quesiti per la terza volta. Ora, in modo tale che non abbiate piu’ alibi e non possiate piu’ raccontare agli italiani con la complicita’ dei giornalisti che il tavolo di lavoro e’ saltato per colpa nostra, vi riportiamo di seguito le risposte”. E concludono: ”Ora noi intendiamo , per senso di responsabilita’ e per non perdere altro tempo, passare sopra il teatrino che avete messo in piedi e ci auguriamo che non troviate altri pretesti. L’unica cosa a cui teniamo e’ che si faccia una buona legge elettorale per i cittadini. In questo senso, chiediamo serieta’ e reale disponibilita’ a un confronto”. I grillini rispondono con 10 ”Si”’ alle questioni del Pd. In particolare si dicono ”non pregiudizialmente contrari” a superare il bicameralismo perfetto ”a condizione che l’esistenza del Senato abbia ancora una precisa funzione nel disegno istituzionale”. Ma ribadiscono la loro posizione critica sulla non elettivita’ dei senatori. ”Il testo che si va formando – si legge – attribuisce una serie di poteri al Senato (elezione del Presidente, dei giudici costituzionali, dei membri laici del Csm, competenza decisionale nelle leggi di riforma costituzionale ecc.) che vanno molto al di la’ dei poteri locali e che sono inconciliabili con una formazione di secondo grado, per cui, sul punto, riteniamo che in presenza di tali attribuzioni sia irrinunciabile l’elettivita’ di primo grado dei senatori”. Ecco qui di seguito le risposte dei grillini ai quesiti del Pd. Lo dice ASCA

1. Per noi un vincitore ci vuole sempre. L’unico modello che assicura questo oggi in Italia e’ la legge elettorale che assegna un premio di maggioranza al primo turno o al secondo turno. Il Movimento 5 Stelle, per esempio, ha vinto a Parma, Livorno e Civitavecchia nonostante che (sic) al primo turno abbia preso meno del 20% dei voti. Pero’ poi al ballottaggio ha ottenuto la meta’ piu’ uno dei votanti. Vi chiediamo: siete disponibili a prevedere un ballottaggio, cosi’ da avere sempre la certezza di un vincitore? Noi si’. ”Si”, rispondono i grillini. Per noi quello che voi chiamate ”vincitore” e’ il conquistatore di una vittoria di Pirro, che non garantisce in alcun modo la governabilita’: speravamo che l’esperienza di ”vittoria” con una schiacciante maggioranza nella scorsa legislatura vi fosse stata d’insegnamento, ma evidentemente non e’ cosi’. Un modello che assicuri la certezza di un vincitore come quello disegnato nella legge Berlusconi-Renzi non esiste pressoche’ in nessun sistema democratico al mondo. In ogni caso, al fine di evitare un pessima legge elettorale quale e’ la legge Berlusconi-Renzi nella sua attuale formulazione, e produrre un testo migliore siamo disponibili a prevedere un ballottaggio che dia ad una forza politica la maggioranza dei seggi, a condizione di evitare che la conquista del primo posto si trasformi in una corsa all’ammucchiata di tutto e il suo contrario (come e’ stato per l’Unione di Romano Prodi e per le coalizioni guidate da Silvio Berlusconi) che ha provocato la caduta anticipata dei rispettivi governi nel 2008 e nel 2011 nonostante la ”vittoria”. Per evitarlo, la nostra proposta alternativa e’ formulata in questi termini: – un primo turno proporzionale privo di soglie di sbarramento, in modo da consentire a chiunque di correre per il Parlamento e colmare il deficit di rappresentativita’ che la legge comporta; – in caso di superamento della soglia del 50% + 1 dei seggi al primo turno, prevediamo un premio di governabilita’ minimo, che consegnerebbe al vincitore il 52% dei seggi; – nel caso in cui nessuno raggiunga la maggioranza al primo turno, e’ previsto un secondo turno tra i due partiti piu’ votati, al cui vincitore viene assegnato il 52% dei seggi.

2. Siete disponibili a assicurare un premio di maggioranza per chi vince, al primo o al secondo turno, non superiore al 15% per assicurare a chi ha vinto di avere un minimo margine di governabilita’? Noi si’. ”Si” Ferme restando le obiezioni di cui alla precedente risposta, che potranno tuttavia essere sciolte dalla Corte costituzionale nella sede del controllo preventivo previsto nella riforma costituzionale, come gia’ evidenziato siamo disponibili alla previsione di un turno di ballottaggio, nel caso in cui il primo turno non veda nessuna forza politica ottenere la maggioranza dei seggi, con il quale sia possibile attribuire un numero di seggi tali da assicurare a chi ha vinto di avere un minimo margine di maggioranza (la governabilita’ e’ un’altra cosa, per noi).

3. Siete disponibili a ridurre l’estensione dei collegi? Noi si’. ”Si” La riduzione dell’estensione dei collegi e’ possibile, ma questo e altri elementi tecnici dipendono naturalmente dall’impianto complessivo della legge e da come si vuole concretamente realizzare.

4. Siete disponibile a far verificare preventivamente la legge elettorale alla Corte costituzionale, cosi’ da evitare lo stucchevole dibattito ”e’ incostituzionale, e’ costituzionale”? Noi si’. ”Si”’ Siamo disponibili a far verificare preventivamente la legge elettorale alla Corte costituzionale; quello che tuttavia abbiamo urgenza di capire e’ in quale modo si dovrebbe introdurre questo controllo e come dovrebbe intervenire sulla legge elettorale in discussione. Il Presidente del Consiglio ha affermato nel corso del nostro ultimo incontro che la legge elettorale sara’ approvata e promulgata dopo la prima lettura da parte del Senato della riforma della Costituzione. Il che significa che il controllo non sara’ previsto per la legge elettorale in discussione. Come pensate di risolvere questa contraddizione?.

5. Siete disponibili a ridurre il potere delle Regioni modificando il titolo V e riportando in capo allo Stato funzioni come le grandi infrastrutture, l’energia, la promozione turistica? Noi si’. ”Si” Siamo disponibili ad una modifica del Titolo V, sebbene riteniamo che l’impianto proposto nell’attuale riforma non sia funzionale alla risoluzione dei problemi provocati dalla riforma del 2001. Nel merito, la riforma Renzi del Titolo V prevede l’eliminazione sia della competenza concorrente Stato-Regioni, quella in cui lo Stato dettava i principi, con ”leggi-quadro” per ragioni di omogeneita’ e le Regioni vi davano attuazione con le loro leggi, e della competenza residuale regionale, ovvero della clausola per la quale tutto quanto non era di competenza statale o concorrente spettava alle Regioni. Nel nuovo quadro vengono definite solo le competenze statali, e quelle regionali non sono piu’ residuali ma sono specificamente elencate. Se il problema che la riforma Renzi mira a risolvere e’ quello del ”chi fa cosa” e quindi del contenzioso che si crea innanzi alla Corte costituzionale bloccando o invalidando numerosissime leggi, non si capisce in che modo questa riforma lo risolverebbe. La nuova definizione di competenze non sembra essere risolutiva del problema in questione: dove finisce, ad esempio, la ”programmazione e organizzazione dei servizi sanitari” (materia di competenza regionale) e dove iniziano le ”disposizioni generali e comuni per la tutela della salute” (di competenza statale)? Quale opera sara’ da considerarsi ”dotazione infrastrutturale” (regionale) e quale ”infrastruttura strategica” (statale)? A cio’ si aggiunga la previsione di una ”clausola di supremazia” per la quale ”su proposta del Governo, la legge dello Stato puo’ intervenire in materie non riservate alla legislazione esclusiva quando lo richieda la tutela dell’unita’ giuridica o economica della Repubblica, ovvero la tutela dell’interesse nazionale”. Anche in questo caso, si pone il problema della grave disfunzione applicativa che puo’ produrre questa disposizione. Non si capisce, infatti, anzitutto perche’ debba provenire dal Governo la proposta per l’utilizzo della clausola di supremazia in ambito legislativo, anziche’ dall’organo legislativo che e’ il Parlamento. E’ facile immaginare che un Governo incapace di governare, che si regge sull’abuso dell’utilizzo dello strumento della questione di fiducia per imporsi al Parlamento, utilizzera’ nello stesso modo la clausola di supremazia per imporsi alle Regioni, facendo rientrare discrezionalmente qualsivoglia legge nel concetto per sua natura amplissimo e difficilmente delimitabile dell”’unita’ giuridica o economica della Repubblica, ovvero la tutela dell’interesse nazionale”. Sul ricorso a questa clausola, e’ facile poi prevedere altro contenzioso paralizzante innanzi alla Consulta. Inoltre, riteniamo che vadano discusse nello specifico le materie da riportare in capo allo Stato, oltre a quelle elencate, quali ad esempio la Sanita’.

6. Siete disponibili ad abbassare l’indennita’ del consigliere regionale a quella del sindaco del comune capoluogo e eliminare ogni forma di rimborso ai gruppi consiliari delle Regioni? Noi si’ ”Si”’ Premettendo che il problema dell’indennita’ di consigliere regionale e di ogni forma di rimborso elettorale per i gruppi consiliari e’ stato gia’ risolto dal M5S con il dimezzamento del primo e la restituzione di buona parte del secondo, non solo in sede regionale, ma anche in sede nazionale, non si capisce in che modo il Parlamento potrebbe intervenire su questa materia, che dovrebbe essere di competenza regionale. Il PD governa la maggior parte delle Regioni da molto tempo, per cui non e’ chiaro che cosa stia aspettando per procedere da solo in questo senso. La risposta a questa domanda e’ ”noi si’, e lo facciamo gia”’.

7. Siete disponibili a abolire il CNEL? Noi si’. ”Si’.” A questo proposito, vi chiediamo: considerato che non vi e’ relazione diretta tra l’abolizione del CNEL e il resto del progetto di riforma, siete disposti a scorporare l’abolizione del CNEL dal resto delle riforme costituzionali, in modo da vederlo approvato ad amplissima maggioranza e in tempi piu’ rapidi?.

8. Siete disponibili a superare il bicameralismo perfetto impostando il Senato come assemblea che non si esprime sulla fiducia e non vota il bilancio? Noi si’. ”Si” Non siamo pregiudizialmente contrari, a condizione che l’esistenza di tale assemblea abbia ancora una precisa funzione nel disegno istituzionale.

9. Siete disponibili a che il ruolo del Senatore non sia piu’ un incarico a tempo pieno e retribuito ma il Senato sia semplicemente espressione delle autonomie territoriali? Noi si’. ”Si” Che significa che il ruolo del Senatore deve essere un incarico non a tempo pieno e semplice espressione delle autonomie territoriali? Perche’ un ruolo importante come quello del rappresentante delle autonomie territoriali non dovrebbe essere a tempo pieno? Che senso avrebbe tale ruolo, al di la’ di quello che i rappresentanti delle autonomie gia’ fanno nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni? Peraltro, il testo che si va formando attribuisce una serie di poteri al Sentao (elezione del Presidente, dei giudici costituzionali, dei membri laici del Csm, competenza decisionale nelle leggi di riforma costituzionale ecc.) che vanno molto al di la’ dei poteri locali e che sono inconciliabili con una formazione di secondo grado, per cui, sul punto, riteniamo che in presenza di tali attribuzioni sia irrinunciabile l’elettivita’ di promo grado dei senatori. Il problema della retribuzione e’ presto superato: siete disponibili al dimezzamento immediato delle indennita’ e degli emolumenti di tutti i parlamentari e degli stanziamenti previsti per i gruppi parlamentari? Noi lo abbiamo gia’ fatto. E per farlo non occorrono complessi procedimenti di revisione costituzionale, ma solo volonta’ politica seria in tal senso.

10. Siete disponibili a trovare insieme una soluzione sul punto delle guarentigie costituzionali per i membri di Camera e Senato, individuando una soluzione al tema immunita’ che non diventi occasione di impunita’? Noi si’. Si’. La nostra proposta in merito e’ semplice: affinche’ l’immunita’ non diventi occasione di impunita’ e tuttavia preservi il parlamentare nella sua essenziale funzione di rappresentante dei cittadini, riteniamo necessario e sufficiente cancellare le immunita’ attualmente previste, all’infuori della garanzia dell’insindacabilita’ per le opinioni e i voti espressi. Contrariamente a quanto si e’ detto da parte di alcuni organi stampa, non c’e’ alcuna contraddizione fra l’azione del gruppo parlamentare M5s, compresa la presente lettera, e la reazione di Beppe Grillo che rappresenta solo una diversa articolazione dello stesso discorso politico per il quale l’importante e’ fare un buona legge elettorale.

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