di Angelo Mina. (ASCA)
Roma, 18 giu 2014 – La giornata di oggi in tema di riforme segna il ritorno in campo del presidenzialismo. Autore dell’operazione e’ stato Silvio Berlusconi con una conferenza stampa a Montecitorio nella Sala Gialla, tradizionalmente riservata a convegni di carattere istituzionale. ”La riforma complessiva deve avere un perno e il presidente della Repubblica eletto direttamente a suffragio universale sia questo perno’‘, ha detto Berlusconi che pero’ nella sua esposizione non ha spiegato a quale tipo di presidenzialismo pensi. Vero e’ che ha fatto ampi riferimenti alla Francia per sostenere che il presidenzialismo non e’ un’istituzione antidemocratica, ma che al contrario e’ un fattore di stabilizzazione e di governabilita’. Proprio come -ha detto- e’ avvenuto oltralpe. Nonostante il richiamo alla Francia (dove peraltro e’ in vigore l’odiato doppio turno con ballottaggio), Berlusconi non ha spiegato se questo presidente eletto dal popolo debba essere anche il capo dell’esecutivo o se debba continuare a rappresentare l’unita’ della nazione ed essere il primo garante della Costituzione. Vero e’, ancora, che ha parlato della necessita’ di poter nominare e revocare i ministri per dare forza alla governabilita’ ma su questo non e’ stata fatta chiarezza. L’unico punto certo e’ quello della elezione diretta a suffragio universale del Presidente e la sua previsione nell’attuale quadro di riforme all’eseme del Parlamento mediante un emendamento da presentare al Senato dove e’ in corso l’esame della riforma del Senato stesso e del titolo V della Costituzione. Berlusconi ha inoltre proposto un referendum per fare dire Si’ o No al presidenzialismo da parte dei cittadini. Che valore dare a questa ”nuova” idea presidenziale. Una risposta l’ha data lo stesso Berlusconi che alla domanda se il presidenzialismo sia una ‘conditio sine qua non’ da parte di Fi, ha detto: ”Assolutamente no. Abbiamo preso un impegno sul Titolo V, sul Senato e sulla legge elettorale e lo rispetteremo”. Questo vuol dire che anche senza il presidenzialismo, Berlusconi e Fi continueranno il confronto e il sostegno al progetto di riforme. Lo stesso Berlusconi ha fatto sapere che domani ci sara’ in tema di riforme un incontro tra Paolo Romani (capogruppo Fi al Senato) e la ministra Maria Elena Boschi. Se questo incontro non dovesse produrre un accordo, allora si aprirebbe l’opportunita’ di un suo nuovo incontro con Renzi: ”Il programma -ha detto- e’ che il presidente Romani si incontra con la Signora Boschi e se l’accordo non verra’ trovato ci incontreremo con Renzi”. Alla luce di queste precisazioni che senso ha allora questa proposta presidenzialista? Acquisito che parlare di presidenzialismo non vuol dire fare saltare il tavolo delle riforme -e le parole di Berlusconi sono sembrate una rassicurazione rivolta a Renzi- si puo’ solo concludere che il significato e’ meramente politico. Vuol dire che il presidenzialismo e’ il primo punto aggregante a destra: il primo di una serie di punti sulla strada di una ricomposizione del centrodestra, necessaria per potere riconquistare quel secondo posto insidiato dai grillini. Operazione piu’ che mai necessaria se dovesse passare la riforma elettorale secondo l’Italicum che prevede il ballottaggio nazionale tra i primi due soggetti politici, singoli partiti o coalizioni. Piu’ o meno come avviene in Francia.