“Le autorità ucraine portano il Paese verso l’abisso”. Così Vladimir Putin aprendo la sua tradizionale linea diretta con il Paese. L’uso della forza contro il popolo nell’Ucraina dell’est, chiarisce, è “un altro gravissimo crimine”. “Spero tanto – ha comunicato il Primo Ministro della federazione Russa – di non dove usare il diritto concessomi dal parlamento di impiegare la forza in Ucraina, spero tanto che la situazione possa essere risolta con mezzi politico-diplomatici”.
VLADIMIR PUTIN: ABBIAMO GARANTITO LIBERTA’ DI ESPRESSIONE DEL POPOLO
Poi, per la prima volta, il presidente russo ha ammesso pubblicamente la presenza di militari russi alle spalle delle forze di autodifesa in Crimea allo scopo di ”garantire la libera espressione della volontà” in occasione del referendum e per evitare che la situazione degenerasse “come sta accadendo ora nell’est ucraino”. In compenso ha bollato come “sciocchezze” la presenza di forze russe nell’Ucraina dell’Est”. “Niente reparti militari, niente servizi speciali, niente istruttori, sono tutti cittadini locali”.
Iulia Timoshenko dal canto suo chiede l’introduzione dello stato d’emergenza nell’Ucraina dell’est per consentire alle forze armate di intervenire senza restrizioni contro i ribelli filorussi che hanno occupato molti edifici amministrativi. Ciò comporterebbe il rinvio delle presidenziali del 25 maggio, dove è candidata.
ARSENE AVAKOV: CI SONO MORTI E FERITI
Intanto almeno tre persone sono morte e 13 sono rimaste ferite nel corso di scontri armati tra le forze di polizia ucraine e quelle dei filorussi scoppiati ieri sera e proseguiti nella notte a Mariupol, nella regione ucraina orientale di Donetsk. Lo ha reso noto su Facebook il ministro degli Interni di Kiev Arsene Avakov.
Morti e feriti, secondo Avakov, sono tutti del fronte filorusso. Secondo la sua versione, ieri sera 300 sconosciuti armati hanno assaltato la sede delle truppe del ministero dell’interno di Mariuopol, città sul Mar Nero ad una trentina di km dal confine con la Russia, tentando di sfondare la porta d’ingresso, lanciando bottiglie molotov e chiedendo la consegna delle armi. I militari ucraini dapprima hanno sparato in aria a scopo intimidatorio, poi hanno aperto il fuoco riuscendo a disperdere gli aggressori.
Successivamente è iniziata una operazione di rastrellamento, tuttora in corso, nella quale sono state fermate 63 persone e sequestrate armi, nonchè mezzi di collegamento e telefoni di operatori russi. Sul posto sono stati inviati elicotteri e uomini dei reparti speciali Omega.