Citta’ del Vaticano, 18 gen 2014 – Un servizio pubblico, come quello televisivo, deve essere sempre rivolto al bene comune, avere una dimensione non di semplice informazione ma anche di formazione, nel segno della professionalita’. Lo ha ricordato oggi Papa Francesco che ha ricevuto nell’Aula Nervi in Vaticano dirigenti, tecnici e giornalisti della Rai. Il pontefice ha voluto subito ringraziare i lavoratori dell’azienda per la continua collaborazione avuta tra la Santa Sede e la Rai. ”Sia sul versante della radio, sia su quello della televisione, il popolo italiano – ha infatti ricordato Papa Bergoglio – ha sempre potuto accedere alle parole e, successivamente, alle immagini del Papa e degli eventi della Chiesa, in Italia, mediante il servizio pubblico della Rai”. Una collaborazione che, ”si realizza con i due enti vaticani: la Radio Vaticana e il Centro Televisivo Vaticano”. ”In questo modo la Rai – ha poi aggiunto il Papa – ha offerto e offre tuttora agli utenti del suo servizio pubblico la possibilita’ di seguire sia gli eventi straordinari sia quelli ordinari. Pensiamo al Concilio Vaticano II, alle elezioni dei Pontefici, o ai funerali del beato Giovanni Paolo II; – ha ricordato il papa – ma pensiamo anche ai tanti avvenimenti del Giubileo del 2000, alle diverse celebrazioni,come pure alle visite pastorali del Papa in Italia”. Un passato ”ricco di conquiste” che pero’, e’ stato l’invito di papa Francesco, ”ci chiama a un rinnovato senso di responsabilita’ per l’oggi e per il domani. A tutti voi che siete qui presenti, e a coloro che per diversi motivi non hanno potuto prendere parte a questo nostro incontro, ricordo – ha aggiunto Papa Bergoglio rivolgendosi ai dipendenti Rai – che la vostra professione, oltre che informativa, e’ formativa, e’ un servizio pubblico, cioe’ un servizio al bene comune, alla verita’ e alla bellezza. Tutte le professionalita’ che fanno parte della Rai, dirigenti, giornalisti, artisti, impiegati, tecnici e maestranze sanno di appartenere ad un’azienda che produce cultura ed educazione, che offre informazione e spettacolo, raggiungendo in ogni momento della giornata una gran parte di italiani. E’ una responsabilita’ a cui chi e’ titolare del servizio pubblico non puo’ per nessun motivo abdicare”. ”La qualita’ etica della comunicazione e’ frutto, in ultima analisi, – ha concluso il Papa – di coscienze attente, non superficiali, sempre rispettose delle persone, sia di quelle che sono oggetto di informazione, sia dei destinatari del messaggio. Ciascuno, nel proprio ruolo e con la propria responsabilita’, e’ chiamato a vigilare per tenere alto il livello etico della comunicazione”