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Pd al capolinea: si sceglie il nuovo segretario democratico, sfida tra Cuperlo, Renzi e Civati

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Renzi-Cuperlo-Civati

di ASCA/ Tutto pronto per le primarie con cui domani verra’ scelto il nuovo segretario del Partito democratico e ultimi colpi di campagna elettorale per i tre sfidanti, Matteo Renzi, Gianni Cuperlo e Pippo Civati. ”Meno 1 al nuovo Pd che sogniamo insieme da sempre”, scrive sul suo profilo Facebook Renzi. ”Domani non si decide sulle sorti del governo ne’ le sorti personali dei tre candidati. Domani e’ in gioco l’autonomia della sinistra”, ha affermato Cuperlo nel corso della trasmissione Omnibus, in onda su La7. Civati invece ha attaccato D’Alema, la cui battuta sull’assessore regionale Elena Gentile ”e’ degna – secondo Civati – del peggior Berlusconi”. Domani, domenica 8 dicembre, si potra’ votare dalle ore 8 alle ore 20, saranno primarie aperte e avranno diritto di voto tutti coloro che hanno compiuto il sedicesimo anno di eta’. Sara’ richiesto di registrarsi all’Albo delle elettrici e degli elettori del Pd e di firmare la normativa sulla privacy.

Cuperlo: piace a sinistra. E vuole una guida a tempo pieno.

Gia’ segretario della Federazione Giovanile Comunista Italiana e della Sinistra Giovanile, Gianni Cuperlo, a distanza di molti anni, si candida a ricoprire di nuovo un incarico di guida, anche se stavolta piu’ impegnativo. Rispetto a Matteo Renzi e Pippo Civati, Cuperlo e’ il candidato alle primarie Pd che da piu’ tempo e’ in politica e gode del sostegno di Massimo D’Alema e di Pier Luigi Bersani, due dei piu’ ‘pesanti’ nomi di ex Ds al suo fianco. Nato a Trieste nel 1961, al liceo classico Francesco Petrarca inizia la sua passione per la politica. Una passione – racconta lo stesso Cuperlo – che nasce durante le assemblee, le manifestazioni scolastiche e cresce fino all’incontro con la FGCI, della quale nel 1988 diventa segretario guidandola fino al passaggio nella Sinistra Giovanile, di cui e’ il primo segretario. Nel 1992 entra nella direzione del Partito Democratico della Sinistra e successivamente nei Democratici di Sinistra (DS). In questo periodo Cuperlo conosce D’Alema, con il quale collabora internamente al partito e alla Camera durante la presidenza della commissione bicamerale per le Riforme della seconda parte della Costituzione. Nel 2006 e’ eletto alla Camera nelle liste dell’Ulivo della circoscrizione Friuli-Venezia Giulia, dal 6 giugno 2006 e’ membro della XIV commissione (Politiche dell’Unione Europea) fino al termine della legislatura. Entra a far parte del Partito Democratico fin dalla sua fondazione, nel 2007. A seguito della sconfitta di Walter Veltroni, 2008, chiede un ricambio generale all’interno del partito per lasciare spazio ai giovani. Il 10 maggio del 2013, intervistato da Gad Lerner, Cuperlo ufficializza la sua candidatura alla segreteria, che trova subito l’apprezzamento degli ambienti della sinistra interna del Pd. Il 27 agosto lancia la piattaforma programmatica che rappresenta il suo manifesto ideologico. Innanzitutto, per Cuperlo, le figure del candidato premier e del segretario devono essere distinte, ”perche’ – spiega – abbiamo bisogno di una guida che si dedichi a tempo pieno all’affermazione di cio’ che ci fa sentire democratici”. Una figura che si dedichi ”alla ricostruzione di un partito, che non si annulli nelle istituzioni, ma che sia il frutto della condivisione di destini per tornare a essere vicini alla nostra gente”. Desidera ”un partito radicato, partecipato, dinamico, molteplice, pronto, coerente, trasparente ed europeo”. Il governo Letta, secondo Cuperlo, ”deve avere piu’ coraggio” e dopo la fiducia del prossimo 11 dicembre sara’ necessario ”un cambio di passo, netto e radicale rispetto all’azione di questi mesi”. E dopo il semestre europeo nel 2015 deve tornare a votare ”con un nuovo centrosinistra”. Nel pantheon? Cuperlo non ha dubbi: ”So che nel Pd sono confluite culture diverse che io rispetto. Ma Berlinguer ha testimoniato un’idea della politica alta e della moralita’ in politica”.

Al secondo tentativo, Matteo Renzi vede la possibilita’ che domani sia ”la volta buona”. Dopo la sconfitta del 2012 alle primarie per la scelta del candidato premier contro Pier Luigi Bersani, il sindaco di Firenze si presenta da favorito nella sfida con Gianni Cuperlo e con l’ex ‘compagno di rottamazione’ Pippo Civati. Nella competizione tra i circoli, Renzi ha ottenuto il 45,3% dei consensi, contro il 39,4% di Cuperlo e il 9,4% di Civati. ”Ho vinto tra gli iscritti al Pd, evento che sembrava impossibile”, ha commentato all’indomani, con velenosa soddisfazione. Adesso, alle primarie, Renzi si presenta chiedendo il voto su un ”patto trasparente con gli italiani”, basato su tre punti: ”Un miliardo di risparmi della cosa pubblica e una nuova legge elettorale; la semplificazione burocratica, fiscale, amministrativa per il Paese; un’Europa che parli di scuole e cultura, non solo di banche e spread”. Renzi ha gia’ annunciato che la sua sara’ una segreteria ”snella” con dodici membri, almeno la meta’ donne, e senza un vicesegretario. I nomi saranno annunciati, in caso di successo, gia’ lunedi’ mattina alle 12, in una conferenza stampa da convocare a Roma. Renzi ha intenzione comunque di ricandidarsi a sindaco di Firenze a primavera per un secondo mandato, mantenendo cosi’ (nonostante le polemiche) il doppio incarico di primo cittadino e di segretario, stando a Roma solo un paio di giorni a settimana. Per questo sara’ fondamentale il ruolo di responsabile organizzazione, che appare ”prenotato” per Luca Lotti, oggi deputato, da sempre braccio destro di Renzi. Se il sindaco di Firenze sara’ eletto, interessante sara’ vedere quali saranno i rapporti con Enrico Letta. Nonostante entrambi siano toscani (Letta e’ pisano), il rapporto tra i due e’ relativamente recente e le differenze caratteriali sono troppo nette perche’ riescano veramente a ”prendersi”. ”Letta usa la metafora del cacciavite che fa mezzo giro alla volta, io sono un caterpillar”, ha detto una volta il sindaco. Tra premier e segretario in pectore, in questi mesi, non sono mancate le occasioni di scontro. In particolare sul caso Cancellieri il confronto e’ stato aspro, con Renzi che spingeva per le dimissioni del ministro e Letta che difendeva la titolare della Giustizia. ”Per me si vota nel 2015 – ha assicurato Renzi negli ultimi giorni – ma il governo deve fare le cose. Il Pd e’ il fulcro della maggioranza e sulle riforme o si fanno le cose che dice il Pd o finish”. Intanto, pero’, il ragazzo di Rignano sull’Arno, diventato presidente della Provincia a 29 anni e sindaco di Firenze a 34, a 3 anni dal lancio della ”rottamazione”, deve vincere le primarie. Ma ”stavolta e’ la volta buona, ora o mai piu”’, ripete, contando sul sostegno dei molti che lo avversarono solo pochi mesi or sono.

Civati: il terzo incomodo che punta su giovani.

Fra i tre candidati alla segreteria del Pd, Giuseppe Civati, detto Pippo, e’ l’unico che fin dalle prime fasi della campagna elettorale ha chiarito che, se dovesse essere chiamato a guidare il partito, dopo le primarie di domenica 8 dicembre ”le larghe intese sarebbero finite”. Nato a Monza, 38 anni compiuti, Civati comincia la sua avventura in politica nel 2005 quando, con oltre 19 mila preferenze nella circoscrizione della sua citta’ natale, viene eletto al consiglio regionale lombardo per la lista ”Uniti nell’Ulivo”. A partire dal 2010, la seconda esperienza al ‘Pirellone’. Poi nel 2013 l’elezione alla Camera. Nei sondaggi delle prime ore Civati veniva rappresentato come il terzo incomodo in una battaglia a due fra Matteo Renzi e Gianni Cuperlo. Secondo le ultime indiscrezioni, pero’, il risultato del voto dei circoli e l’ottima performance nel confronto a 3 organizzato da Skytg24, hanno fatto risalire le quotazioni del deputato lombardo, particolarmente apprezzato sui social network e dai giovani. Proprio per questo, con lo slogan ”Le cose cambiano, cambiandole”, Civati ha voluto sottolineare la necessita’ di ”ridiscutere e ripensare il centrosinistra nel suo complesso, dopo le delusioni degli ultimi vent’anni”. Infatti, come ripete da tempo, ”Gianni Cuperlo ha avuto il sostegno del sindacato pensionati, io penso di rivolgermi ai nipoti, perche’ siano loro a telefonare ai nonni, ai genitori, magari invitandoli a pranzo, chiedendo loro di andare insieme a votare alle primarie”. Considerato un outsider alla vigilia della campagna elettorale, Civati, stando ai sondaggi, e’ riuscito a recuperare punti percentuali nelle ultime settimane, anche rispetto al 9,2% dei consensi ottenuto dal voto degli iscritti. Dati che non hanno mai influenzato la corsa di Civati, sicuro che ”l’8 dicembre avremo una sorpresa che cambiera’ i valori in gioco”. Rispetto agli altri due candidati alla segreteria, Civati non gode del sostegno di cosiddetti big del partito. Se Cuperlo ha in Massimo D’Alema e Pier Luigi Bersani i suoi principali ‘sponsor’, e Matteo Renzi e’ forte dell’appoggio di esponenti di peso come Dario Franceschini e Graziano Delrio, Civati ha costruito la propria rete di sostenitori partendo dalle realta’ locali e dai territori, attraverso una squadra di militanti numericamente snella e molto attiva sul web. Una strategia che ha trovato il consenso di parlamentari come Laura Puppato, Felice Casson, Sergio Lo Giudice, Walter Tocci, Corradino Mineo e Lucrezia Ricchiuti. Vicino alle posizioni di Romano Prodi, Civati ha annunciato che in caso di elezione partirebbe immediatamente alla volta di Bologna per consegnare all’ex premier ”la prima tessera del nuovo Pd”. Un partito con la necessita’ di ripartire ”da un’indagine per capire chi sono i 101 parlamentari che non hanno votato Prodi per la Presidenza della Repubblica”. Civati, infatti, ha piu’ volte chiarito di non aver votato ne’ per Franco Marini ne’ per Giorgio Napolitano, e soprattutto di non aver apprezzato le manovre del partito sul nome dell’ex premier.

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