di Redazione Il parlamentare.it/
Se vai in vacanza trovi chi ti controlla e allora stanno quasi tutti a casa. Di certo sarebbe da sciocchi credere che stare a casa, in Italia, sia una sventura per tanti che abitano nel lusso e nel prestigio di mura antiche, castelli, dimore d’epoche, centri storici di città d’arte, etc., etc. Per molti, però, stare a casa è l’unico modo di pensare una ricorrenza come il Natale, tra parenti, amici, in famiglia. E’ giusto che ognuno viva come può le festività ma non è assolutamente giusto che la Politica italiana continui ogni giorno a “fare il callo” alla povertà sempre più crescente con tutti i danni che essa comporta sulla sanità, sull’agroalimentare, dunque sui cibi che giungono a tavole, sui servizi in generale. Siamo tutti portati naturalmente ad esorcizzare la crisi ma l’impegno della politica deve essere volto a rivedere gli accordi internazionali che hanno praticamente demolito l’Economia Italiana, come ha recentemente dimostrato Coldiretti che alle frontiere ha mostrato cosa di pessimo per la nostra economia e per la nostra salute, giunge dall’Europa. Privi di una regolamentazione concreta in tal senso ogni fondo sarà un sollievo ma non una cura della malattia che sembra essere allo stato terminale.
Saranno 12 milioni gli italiani che faranno una vacanza tra Natale e Capodanno, dato che, raffrontato al 2012, segna una flessione del 3%. Ciò vuol dire che i restanti 48 milioni di italiani non si sposteranno da casa durante le festività e di essi addirittura 32 milioni non lo faranno per motivi economici. I dati arrivano da Federalberghi.
In particolare a Natale la flessione di italiani in movimento sarà dell’8% (da 6,6 milioni del 2012 a 6,07 milioni di quest’anno), con la stragrande maggioranza che rimarrà in Italia ed alloggerà per economizzare in casa di parenti o amici, mentre a Capodanno si muoveranno quasi 6 milioni di connazionali rispetto ai 5,8 milioni del 2012 (+3%), con un incremento di italiani che andranno all’estero “spinti probabilmente – secondo Federalberghi – da tariffe più vantaggiose che non risentono del clima di oppressione fiscale nel quale le nostre aziende si trovano a lavorare”.
La foto è di Donato Palumbo di cui vi suggeriamo di approfondire la conoscenza su “fotocommunity”