Redazione Il parlamentare.it/
Sede Cosenza – Giusto è che i lavoratori manifestino il loro dissenso nei luoghi che reputano più giusti perché il loro lamento sia ascoltato dalle istituzioni politiche, ma nelle Città limitrofe di Cosenza e di Rende, nota per l’UNICAL, il Campus universitario, sta accadendo qualcosa che i Cittadini del territorio avvertono come un letterale “sequestro di persona”. Un termina forte, molto forte, ma che descrive il sentimento d’impotenza che provano, invece, il resto dei lavoratori che deve recarsi al lavoro e non solo, e non può a causa degli sbarramenti. Tra questi, medici che devono raggiungere luoghi di terapia e non possono, anziani bloccati per ore in auto, etc.
E’ un gatto che si morde la cosa che alla fine che alla fine finisce solo per ritorcersi contro tutti i lavoratori che oggi sono convinti – così affermano i manifestanti – di essere assistiti da una classe politica incapace di risolvere i problemi di nessuno. I TG regionali della Calabria evidenziano ormai da mesi gli stessi problemi e ciò significa che la classe politica non riesce ad offrire soluzioni capaci di sedare quel disagio che inizia a riscaldare e rendere rovente l’emotività della gente che sembra essere per davvero disperata.
A Cosenza, ormai da settimane, è rituale il blocco della Via Riccardo Misasi, all’altezza della Piazza Loreto, cuore della Città. Si tratta della strada principale che, da quando il Corso Mazzini è stato reso pedonale, rappresenta l’unico scorrimento del traffico che guadagna la parte Nord della Città. Così dalla Città Rende, proprio questa mattina, giunge messaggio alla nostra Redazione, di un blocco dell’A3 sta dando vita a serie problemi molto seri, al punto tale che nei messaggi si fa chiaro riferimento alla condizione fisica di quanti bloccati da molto tempo che potrebbero avere necessità di impellenti di raggiungere anche i servizi igienici e non possono.
Ci si chiede, dunque, se le autorità del territorio si rendono conto della gravità della situazione e se, forse, è il caso di dare sia risposte ai lavoratori che serenità a chi, durante il giorno, deve in ogni caso compiere la propria missione civica raggiungendo il posto di lavoro in orario, le proprie famiglie, gli ammalati.
Sarebbe molto grave se i politici del territorio prendessero le questioni sollevate dai lavoratori e anche i disagi da essi procurati al regolare fruire dei servizi cittadini come una consuetudine a cui assuefarsi e di cui non preoccuparsi nel senso che, magari, si potrà evitare semplicemente non passando dai luoghi dove i Cittadini manifestano il proprio dissenso.