di Gianni Borrelli
La spaventosa tragedia, avvenuta nelle acque limitrofe alla generosa isola di Lampedusa, in cui hanno perso la vita oltre un centinaio di persone, impone terribili quesiti: perché lasciar morire ancora una volta tante persone, per lo più giovani, senza intervenire? Perché consentire che i mercanti di morte perseverino nel loro atroce squallido feroce mercato di anime, senza che nessun governo intervenga, per smantellare tale criminale organizzazione?
Nell’assistere così con animo così dolente ed esterrefatto alla visione di tanti corpi chiusi nei lugubri sacchi neri, allineati lungo la banchina del porto, non ci si può non domandare cosa resti di questi anonimi disperati; fantasmi senza nome né identità, che accalcati e stipati come zavorra, in una logora barca, hanno affrontato il rischio, sorretti esclusivamente dalla speranza di ottenere un migliore avvenire in altro continente nella certezza di essere accolti come persone.
DOV’E’ L’EUROPA? SORDA E CHIUSA NEL SUO INCIVILE SILENZIO
Oggi, questi giovani sono cadaveri anonimi, privati perfino del conforto delle lacrime dei loro parenti. E l’Europa? Sorda e chiusa nel proprio gelido incivile silenzio, che contraddice e smentisce rovinosamente, rendendola ipocrita, la dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, per la quale tutti gli esseri umani sono uguali in dignità e diritti, accomunati da forte spirito di fratellanza. Cos’altro deve accadere per svegliare Berlino, Parigi, Londra, Madrid e le altre capitali con i rispettivi governi, per farli intervenire e disciplinare l’accesso ad uno dei confini più aperti del continente? L’Europa non può abbaiare, solo quando l’euro è esposto a rischio, perché un’Europa senza etica umana non merita che Lampedusa con i propri abitanti sempre aperti all’accoglienza e con i volontari che si prodigano per alleviare le sofferenze altrui, si dichiarino orgogliosamente europei.
Giovanni Borrelli