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giovedì, Novembre 21, 2024

Codacons: “disastroso effetto domino” e nuovo aumento costi a famiglia. Politica al capolinea

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Carlo Renzi
Carlo Renzi

Roma – lo dice Il Parlamentare.it –

Aumento dell’Iva, conseguente aumento delle accise sui carburanti, delle spese della famiglia su base annua, paura in borsa, questione Telecom, il ritorno dell’Imu e alle porte un nuovo taglio del rating sono solo una piccolissima parte dell’inverno nero che si preannuncia per gli italiani ormai con le spalle al muro. Pessimismo? No, solo realtà italiana. Intanto lo tzunami di tasse che finirà per inginocchiare chi ancora si reggeva in piedi verrebbe a non avere colpevoli con lo scarica barile che le dimissioni dei Ministri di Berlusconi hanno messo in atto.
Lo dice TGCOM24 – Con l’apertura della crisi da martedì l’Iva salirà al 22%. Secondo il Codacons, una famiglia composta da tre persone dovrà sobbarcarsi un aumento delle spese su base annua di 209 euro. Per Federconsumatori e Adusbef il costo sarà di 207 euro annui a famiglia. In attesa dello spread e dell’apertura della Borsa, molto più che probabile il ritorno dell’Imu e la cancellazione del rifinanziamento della Cig. La manovra verrà scritta dalla Troika?
Codacons: “Disastroso effetto domino” – Secondo il presidente del Codacons, Carlo Renzi, “oltre questi effetti diretti, l’aumento dell’Iva produrrà un disastroso effetto domino, con un incremento dell’inflazione, una pesante diminuzione dei consumi e un rincaro generalizzato dei listini al dettaglio, specie nel settore alimentare e dei prodotti trasportati su gomma”.  “Per questo – ha quindi concluso Renzi – è chiaro a tutti che l’aumento dell’Iva non servirà affatto a far uscire il Paese dalla crisi, ma al contrario sancirà la definitiva caduta economica dell’Italia”.

Borsa, torna la paura – L’Italia torna prepotentemente al centro dei riflettori dei mercati, con l’apertura di Borsa e titoli di Stato lunedì che diventa un nuovo ‘test’ sul rischio-Paese dopo le dimissioni dei ministri del Pdl chieste da Silvio Berlusconi. Una situazione divenuta incandescente, con l’Italia che torna a far paura sui mercati, come dimostrano le indiscrezioni, seccamente smentite, di contatti fra il presidente della Bce Mario Draghi e Standard & Poor’s per scongiurare un taglio del rating che circola a livello di rumor.

Torna l’Imu – Se l’aumento dell’Iva appare ormai confermato, resta da definire il destino della seconda rata dell’Imu, sulla quale c’era un accordo politico perché  non venisse pagata, ma manca ancora un testo normativo, visto l’impegno del governo a trovare le relative coperture entro il mese di novembre.

Cassa integrazione – Nella bozza del dl entrato in cdm venivano destinati 330 milioni di euro al rifinanziamento della cassa in deroga, ma da piu’ parti le richieste sono ampiamente superiori a tale somma.

Cuneo fiscale – Doveva approdare nella Legge di Stabilità, attesa alla meta’ di ottobre, il taglio del costo del lavoro, invocato da Confindustria e sindacati come via per far ripartire consumi ed economia. Si e’ parlato per giorni di uno ‘scambio’ con l’aumento dell’Iva: con l’imposta al 22% sarebbe piu’ facile trovare le risorse per il taglio.

Rientro deficit – Servono 1,6 miliardi di euro per tornare dentro il 3% imposto dall’Ue, dopo che la nota di aggiornamento del Def l’ha certificato al 3,1%. Al momento la strada sembra essere quella dei tagli ai ministeri, ma tutto e’ ancora da decidere.

Privatizzazioni – Entro la fine di ottobre doveva arrivare la lista dei beni da mettere sul mercato, messa a punto dal Comitato del Tesoro che si voleva rendere permanente gia’ ieri. I nomi sono sempre i soliti, da Poste Vita alle ‘diverse’ Ansaldo di Finmeccanica per citare i piu’ grossi, mentre in molti scommettono che la somma che si potrebbe incassare nell’immediato si avvicinerebbe al miliardo di euro.

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