a cura di Francesco Errante
C’era una volta una scuola, una emergenza sismica ed ancora c’é.
Non dimenticherò mai quel sindaco che chiese al tecnico incaricato se l’adeguamento sismico della scuola elementare della sua città potesse svilupparsi in due fasi, visto che alla luce di quanto progettato e stimato economicamente dal tecnico stesso, il finanziamento risultava insufficiente, “adeguiamo solo il piano terra per ora” disse “in attesa di ulteriori finanziamenti” solo dopo fragorose risate si scoprì che era uno che dell’ingegno non sapeva cosa farne e ignorava che quanto stesse proponendo lo catapultava nel girone dei dannati tecnici, dove i tecnici dannata, dannati passano il tempo a fare esami… del sangue, delle urine e a dire castronerie.
Immaginate quanti tecnici potrebbero dare il loro contributo se solo la meritocrazia e la volontà di fare bene catalizzasse l’azione, la pubblica azione.
Se un tecnico fosse una sorta di cartomante, chiromante, un veggente, agire dettato da percezioni extra sensoriali sarebbero accettabile, ma se il tecnico è colui che conosce solo attraverso lo studio i problemi reali, non si capisce come sia possibile preventivare una somma di danaro necessaria per adeguare alla sollecitazione sismica una struttura, se non tramite uno studio preventivo di fattibilità che dia accesso anche alla conoscenza del costo reale dell’intervento e che “conoscere” non sia precedente alla erogazione del finanziamento, quindi: studio di fattibiltà preventivo e convenienza.
A qualcuno, onestamente, questo agire, onestamente, è stato proposto ma nella politica clientelare, onestamente, e cinicamente dedita all’ottenimento del consenso non c’è posto, onestamente, per la coscienza dei problemi e la consapevolezza scientifica degli stessi.
Basterebbe solo il fare e fare bene per dare un duro e assestante colpo al dissesto ideologico, prima, e idrogeologico, poi.
Come si può ignorare il sottostante e adeguare il soprastante, magari stanziando, anche, una somma di danaro?
Sarebbe necessario, infine, affidare al controllo serio, professionale e severo il futuro della democrazia, evitando che controllore e controllato coincidano e che di Scienza si occupassero gli Scienziati, siano essi Tecnici o Medici, e che della dignità, nell’esercizio delle professioni, non si avesse solo il mero, sbiadito e buio ricordo, ammesso che ricordo ancora ci sia.