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Gruppo De Masi chiede danni per 215 Mln di Euro

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Fabiohttp://www.fabiogallo.info
Classe 60, esperto di gestione della conoscenza e media digitali. Ha fondato la Città della Pace. Cura i Rapporti Istituzionali della Fondazione Culturale "Paolo di Tarso". Esperto dell'ITS IOTA Istituto di Alta Formazione per il Turismo e l'Ospitalità allargata della Puglia. Fondatore del Digital Cultural Heritage Museum dedicato al Patrimonio culturale italiano in chiave visuale. Fondatore e Direttore Editoriale delle Testate Giornalistiche del Gruppo ComunicareITALIA. Portavoce del Movimento Sturziano NOI. Dispone di elevate competenze tecniche multidisciplinari, pensiero organizzativo ed innovativo, coniugato a forte pragmatismo logico, a spiccate doti comunicative, alla gestione di progetti e compiti complessi, con elevata capacità d’analisi e di ascolto. Forte propensione al lavoro in gruppo, in cui nel ruolo di teamleader presta attenzione allo stato motivazionale ed alla sua compattezza. Visita il Blog: www.fabiogallo.info

Imponente richiesta di risarcimento danni in esecuzione della sentenza emessa dalla Corte Suprema di Cassazione. Il Gruppo De Masi ha chiesto, dinanzi al Tribunale di Palmi, la condanna della Banca d’Italia, della Banca Antonveneta, del Monte dei Paschi di Siena, della Banca Nazionale del Lavoro e della Banca di Roma, oggi Unicredit, al risarcimento dei danni, subiti a seguito dell’usura bancaria, e quantificati dal consulente in oltre 215 milioni di euro.

PRIMO GIUDIZIO IN ITALIA INSTAURATO CONTRO BANCA D’ITALIA E MAGGIORI ISTITUTI DI CREDITO
Si tratta del primo giudizio in Italia instaurato nei confronti dei maggiori Istituti di Credito e della medesima Banca d’Italia per ottenere tutti i danni conseguenti alle azioni  illecite poste in essere dalle medesime, con applicazione di tassi usurari, segnalazioni illegittime alla Centrale Rischi, depauperamento del patrimonio e della liquidità delle imprese. Una vicenda che ha dell’incredibile e che si concretizzerà presso il Tribunale di Palmi con la determinazione dell’esatto ammontare dei danni subiti dal predetto noto Gruppo imprenditoriale.

DENUNCIATO SISTEMA DI ILLEGALITA’ BANCARIA CHE DEPAUPERAVA PATRIMONIO DEI CLIENTI
In sostanza, è stato denunciato dall’imprenditore di Rizziconi un sistema di illegalità pura che ha consentito alle banche, negli anni, di costruire una vera e propria associazione tendente a depauperare il patrimonio dei propri clienti. Non una fatto isolato, ma un vero e proprio sistema illecito che ha consentito a tutte le banche di ricavare somme ingenti in danno dei poveri correntisti.

NINO DE MASI: DIECI ANNI DI DURA LOTTA. ALLA FINE LA VITTORIA
Son trascorsi quasi dieci anni dall’inizio della battaglia legale, ma alla fine il coraggioso imprenditore è riuscito, con l’assistenza degli avv. Antonio Mazzone, Giacomo ed Andrea Saccomanno, ad ottenere dei risultati incredibili: la condanna della maggiori banche italiane a risarcire tutti i danni subiti dalle aziende.

NINO DE MASI: BANCHE CONDANNATE: UNA VICENDA STORICA
Una vicenda storica che ha dimostrato come l’imprenditore del Sud sia fortemente vessato da un sistema mal funzionate e come sia impossibile poter fare impresa in un territorio dove il costo del denaro supera il 20-30 ed anche, a volte, il 40%!!
Ma, la vicenda non pare possa chiudersi con la sola determinazione dei danni da parte del Tribunale a favore del Gruppo De Masi, in quanto altre iniziative sono state assunte dal pool dei legali per dimostrare la esistenza di una associazione che ha condizionato l’economia di una Nazione, determinando le strategie esclusivamente per ottenere i maggiori possibili ricavi e con una Banca d’Italia supina dinanzi ai comportamenti illeciti delle banche, componenti, però, del patrimonio della medesima e, quindi, quasi impossibilitata ad agire e compiere il proprio dovere di controllo e vigilanza. Limitandosi questa a delle semplici sanzioni amministrative. Sino ad oggi, pur in presenza di mille difficoltà, la battaglia del gruppo imprenditoriale di Rizziconi sta andando avanti con risultati sempre più lusinghieri. Vicini agli imprenditori onesti e coraggiosi attendiamo le prossime notizie.

ILPARLAMENTARE.IT cerca ora di ricostruire i fatti per comprendere come si è giunti a questo grande risultato, inserendo tra le parole le immagini dei grandi protagonisti. Lo faremo proponendovi un servizio realizzato dal programma televisivo REPORT di RAITRE che ha ricostruito i fatti e trascritto le interviste. Qui, inseriremo quelli che riteniamo essere i grandi protagonisti di questa vicenda che, finalmente in Calabria, vede la vittoria sulle mafie da parte dell’imprenditoria onesta. Il miglior riscatto per una regione come la Calabria.

Per vedere direttamente la ricostruzione di REPORT clicca QUI

L’INTERVISTA  DI “REPORT” TRASCRITTA:
Titolo “C’E’ CHI  DICE NO” : NINO DE MASI
A cura di Luca Chianca 
NINO DE MASI  ­ Imprenditore: E  Mio padre 30 anni fa ha denunciato un’estorsione. 30 anni fa.
LUCA CHIANCA ­ ­(fuori campo)  Gioia Tauro.  L’imprenditore Nino De  Masi vende macchinari agricoli in tutto il mondo.  Ma  questa è anche la prima azienda ad aver chiuso per mafia.

L'Imprenditore Nino De Masi
L’Imprenditore Nino De Masi

NINO DE MASI  ­ Imprenditore:  La nostra storia inizia molto prima di Libero Grasso e siamo stati messi sotto protezione da parte dello stato per un paio di mesi. Il colmo qual è stato: ci chiamò il prefetto e ci disse  che  dopo il casino che avevamo fatto non potevamo chiudere  quindi dovevamo rimanere  aperti per forza perché se no si sputtanava lo stato.

Milena Gabanelli - Giornalista REPORT - RAITRE
Milena Gabanelli – Giornalista REPORT – RAITRE

MILENA GABANELLI  (studio)  Nino De Masi ha detto no e ha deciso di riappropriarsi della propria vita, in una regione dove  è  difficile  fare  l’imprenditore  onesto e  per  un imprenditore  onesto è  addirittura  difficile  chiedere un prestito alle banche. Luca Chianca

NINO DE MASI  ­Imprenditore  Il pizzo è una privazione di libertà, è il marchio a fuoco che c’hai un padrone che fa di te  quello  che  vuole. il rischio che io mi assumo è  un rischio che io faccio consapevolmente  sapendo bene che è in discussione non sono i soldi ma la libertà mia e dei miei figli.
LUCA CHIANCA ­ ­(fuori campo) Tutto ha inizio 20 anni fa. Quando si sono presentati in azienda degli uomini per chiedergli il pizzo.
NINO DE MASI  ­ Imprenditore  E quindi abbiamo detto non ci toccate perché noi reagiamo… quindi questo messaggio non
ci toccate perché noi reagiamo poi grazie anche alla vicinanza delle istituzioni bene o male ci ha fatto passare come quell’azienda vicino allo Stato, come quell’azienda infame, mi scusi l’espressione.
LUCA CHIANCA ­ ­(fuori campo)  Intorno all’azienda considerata  infame,  perché  il suo padrone  aveva  denunciato,  si costruisce un fortino. Che però non serve  a fermare la mafia  che  si presenta ancora una  volta a chiedere il pizzo. E De Masi torna in Procura.
NINO DE MASI  ­ Imprenditore  Da  quella denuncia  che cosa avvenne  che è la  prima  volta intanto che  arrestarono della  gente  con il pacco dei  soldi in mano…  e  nell’area  industriale  di Gioia  Tauro il sistema  territorio si è rivoltato contro di me perché è come se io avessi infangato avessi collaborato e infangato il territorio facendo e dicendo delle cose false.
MICHELE ALBANESE ­ Giornalista Quotidiano della Calabria:  Questo è  un Territorio estremamente  difficile  e  complicato.  Qui le  cosche  hanno sempre investito tra virgolette nelle attività commerciali e imprenditoriali.
LUCA CHIANCA ­ ­(fuori campo) Certo è che Nino tira dritto, e quando mette insieme un consorzio di imprenditori, quello che  vuole è che le aziende colluse con la criminalità stiano fuori.
NINO DE MASI  ­ Imprenditore:Io dissi al all’epoca vice questore dissi guardi io prima di far entrare le aziende in questo
consorzio io voglio che  qualcuno mi dica  se  vanno bene  o male ma  al  di là  degli aspetti
formali del certificato antimafia che è una presa per i fondelli. Io vi manderò delle liste e voi me le riportate indietro con un puntino. Se c’è il puntino vuol dire che non vi stanno bene.
LUCA CHIANCA ­(fuori campo)  Era la prima volta che qualcuno si opponeva al sistema e il sistema si è messo di traverso.
NINO DE MASI  ­ Imprenditore  In una assemblea mi è stato proposto di pagare il pizzo collettivo. Cioè visto che abbiamo il consorzio mettiamoci d’accordo per  pagare il pizzo collettivo e io gli dissi  voi siete pazzi tutti, io questa cosa non la farò mai.
LUCA CHIANCA ­ ­(fuori campo)  Conseguenze pratiche? Per avere un allacciamento del gas davanti all’azienda ci mettono 3  anni. Poi ci pensano le banche a salassarlo.
NINO DE MASI  ­Imprenditore:  Verificai che mi applicarono dei tassi del 35, 40, 38, 27% in funzione dei vari trimestri chiesi conto alla banca e la banca mi disse che ero un pazzo. Su delle linee di credito per circa 12,  13 milioni di euro pagai 6 milioni di oneri finanziari.
LUCA CHIANCA ­ ­(fuori campo)  De Masi va di nuovo dai magistrati, stavolta per denunciare le Banche. Siamo nel 2003 e la  Procura  di Palmi,  porta a  giudizio i presidenti di Bnl,  Antonveneta  e Banca  di Roma. L’accusa è usura.

Michele Albanese - Giornalista Quotidiano della Calabria
Michele Albanese – Giornalista Quotidiano della Calabria

MICHELE ALBANESE ­ (Giornalista del Quotidiano della Calabria):  Ricordo quando arrivarono in aula big del  calibro di Abete, di Geronzi, seguiti da stuoli di avvocati di grido, è stato un fatto positivo che proprio in un piccolo tribunale di provincia  come quello di Palmi per la prima volta in Italia si è accertata l’usura da parte degli istituti bancari su una denuncia di un piccolo imprenditore.

Giacomo saccomanno - Avvocato dell'Imprenditore Nino De Masi
Giacomo saccomanno – Avvocato dell’Imprenditore Nino De Masi

GIACOMO SACCOMANNOAvvocato di NINO DE MASI:  Pensi che io ero difensore delle banche e ho rinunciato a tutte le difese delle banche per  sostenere la posizione di De Masi che ho ritenuto che fosse più giusta rispetto agli interessi della collettività. 

LUCA CHIANCA ­ ­(fuori campo)  Il tribunale di Palmi li ha assolti per non aver commesso il fatto, ma ha riconosciuto che il sistema bancario ha applicato tassi usurai.
NINO DE MASI  ­ Imprenditore: Il Presidente del tribunale ha chiesto: “ma insomma, ma chi ha fatto queste cose”? Alla fine il Pubblico Ministero ha detto, dopo una serie di interrogatori: “è stato il computer, perché  tutti dicevano il computer, il software”.
LUCA CHIANCA ­ ­(fuori campo)  La procura non può che appellarsi contro una sentenza che accusa il computer. Intanto che la giustizia fa il suo corso De Masi è diventato un punto di riferimento per i lavoratori della  zona, perché a Gioia Tauro è uno dei pochi imprenditori che non ha chiuso.
SANTO BIONDO ­ Segretario UILM Reggio Calabria:  De Masi è l’emblema di quello che in Calabria non siamo capaci di fare. Cioè noi, come dire,  ci indigniamo nel momento in cui sul piano nazionale vengono accentuate dall’esterno negatività  del territorio.  Ebbene  noi non siamo capaci,  e  questo è  un appello che  faccioanche alla politica, alle istituzioni e anche al sindacato a livelli regionali, di valorizzare ciò che di buono abbiamo in Calabria.
PASQUALE MARINO ­ Segretario FIOM­CGIL Gioia Tauro:  Io gli ho detto che lui è un coraggioso pazzo a denunciare le banche perché purtroppo si è  messo il potere economico e finanziario contro.
LUCA CHIANCA ­ ­(fuori campo)  Nonostante il Tribunale di Reggio Calabria abbia  confermato che De  Masi fosse  vittima di usura, quando chiede un mutuo agevolato al commissario antiracket gli viene negato.
NINO DE MASI  ­Imprenditore: Alla  fine  stanco di tutto ciò chiedo al  Tribunale  Amministrativo di commissariare  il commissario antiracket,  ottengo,  per  la  prima  volta in Italia, il commissariamento del commissario antiracket.
LUCA CHIANCA ­­(fuori campo)  C’è voluta un’altra sentenza per fargli ottenere i  soldi dal fondo antiusura.
NINO DE MASI  ­ Imprenditore: Lavoro senza banche, lavoro con i miei soldi e ciò è un sistema incredibile. Ieri io ho avuto dei clienti che venivano dalla Turchia per comprare delle macchine cosa che gli ho venduto e  tenga conto alle loro domande di una lettera di credito di pagamento con lettera di credito differita  io gli ho detto no soldi cash.  Io sono uno che  si permette  dei lussi che  sono inimmaginabili e incredibili che vende solo per pagamento contante anticipato cioè capisce e  vendo macchine agricole.
 MICHELE ALBANESE ­ Giornalista Quotidiano della Calabria:  Significa esporre pezzi dell’economia a commercianti e imprenditori, a rivolgersi agli usurai.
NINO DE MASI  ­Imprenditore:  La goccia che ha fatto traboccare il vaso guardi è una sola. Quando Banca D’Italia scrive e  mi dice caro signor De Masi noi abbiamo preso atto delle sue denunce e noi abbiamo chiesto partendo dalle sue lettere abbiamo chiesto alle banche se hanno fatto illegalità e le banche  hanno detto di no. Io ho risposto bene, bravi, complimenti, se voi andate a dirgli a uno che  commette un crimine “tu hai commesso un crimine?” è normale che questo ti dice di no.  Sto cercando di illudermi di un futuro diverso, di un futuro migliore…però io sto facendo la  mia parte tenga conto non so dove andrà a finire. Ironicamente ho detto a mia moglie l’altro giorno, perché anche la mia famiglia è molto preoccupata per me, ho detto guarda non ti preoccupare  che  se mi succede qualcosa  sicuramente mi intitoleranno una  strada. Non le  dico la risposta…
LUCA CHIANCA  E cosa ha risposto?
NINO DE MASI  ­ Imprenditore:  Mi ha mandato a fare in culo…  
MILENA GABANELLI  – STUDIO  Non si ferma nemmeno davanti a  questo il trattore  De Masi.  Comunque  dopo le  sue  denuncie  finalmente  anche  in Sicilia  a  Caltanisetta  alla  fine  di marzo i rappresentanti di Confartigianato,  Cia, Confagricoltura, Confindustria e Confesercenti, hanno deciso di costituirsi parte civile nei processi contro le  banche che  applicano tassi usurai nei prestiti concessi agli imprenditori del territorio.
Grazie De Masi

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