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Arresti al Ministero Politiche Agricole: “trattato di sociologia della corruzione”

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Nello Greco - Procuratore Aggiunto di Roma
Nello Rossi - Procuratore Aggiunto di Roma

Probabilmente nel caos generale rischiano di passare inosservate le parole del Procuratore Aggiunto di Roma Nello Rossi che descrive, a proposito degli arresti eccellenti effettuati nel Ministero delle Politiche Agricole, un quadro comportamentale che gli uomini dello Stato avrebbero posto in essere, se le accuse corrispondono al vero, destinato a passare nelle peggiori pagine dell’Antropologia della corruzione.
Noi de IL PARLAMENTARE.IT , invece, vedremo di fare una raccolta dei comunicati emessi dalla Procura della Repubblica perchè, per davvero, questa vicenda è il segno di una perversione che attanagli uomini dello Stato che non solo non temono nulla, evidentemente animati da delirio di onnipotenza che i loro ruoli possono causare, ma non hanno il benchè minimo senso dello Stato. Rimanendo sempre dell’idea che le accusa debbono essere provate all’interno di un processo giusto e capace di offrire agli imputati le ooportunità previste dalla legge al fine di domostrare la loro innocenza, se le accusa dovessero essere dimostrate, il Ministero delle Politiche Agricole deve essere interamente riformato anche con ingagini a ritroso.

LE DICHIARAZIONI DEL PROCURATORE AGGIUNTO DI ROMA NELLO ROSSI
Quasi tutte le attività del Ministero delle Politiche agricole – ha dichiarato il Procuratore Aggiunto Nello Rossi – sono state inquinate da una corruzione diffusa variegata e circolare”. L’inchiesta che ha portato all’arresto i funzionari e dirigenti del Ministero delle Politiche agricole – ha continuato il Magistrato – “é un piccolo trattato di sociologia della corruzione inquietante”.

Così il Procuratore Aggiunto di Roma Nello Rossi, ha descritto la situazione all’interno del Ministero delle Politiche Agricole sottolineando che “c’era un vero e proprio giro di privilegi e malaffare”.
Le parole del Magistrato scuotono le coscienze quando ci troviamo innanzi ad una simile affermazione: “ci troviamo di fronte a un sistema in cui c’é una spesa pubblica che dovrebbe essere interessata a favorire un settore importante come l’agricoltura e la pesca – ha aggiunto – e che invece viene distorta e inquinata da un’attività corruttiva diffusa”.

Ovviamente, è lecito chiedersi, se questo è l’andazzo nei palazzi ministeriali, cosa ne sarà del lavoro italiano?

CORRUZIONE E TURBATIVA D’ASTA
La Guardia di Finanza ha eseguito arresti nei confronti di funzionari pubblici e dirigenti del Ministero delle Politiche Agricole e di imprenditori per reati contro la pubblica amministrazione. Complessivamente sono 11 i provvedimenti emessi dalla procura di Roma nei confronti degli indagati. Il reato ipotizzato dai magistrati e’ corruzione e turbativa d’asta. La procura ha anche disposto il sequestro di beni per un valore di 22 milioni di euro. Gli indagati nell’indagine che ha portato all’arresto di funzionari e dirigenti del Ministero sono complessivamente 37. Degli 11 provvedimenti emessi dalla procura di Roma, sei sono custodie di ordinanza cautelare in carcere e cinque agli arresti domiciliari.

APPALTI TRUCCATI DA ALTI DIRIGENTI E FUNZIONARI DEL MINISTERO
Tra gli appalti truccati dai dirigenti e funzionari pubblici del ministero delle Politiche Agricole ci sono anche quelli riguardanti iniziative nelle scuole italiane ed europee. L’inchiesta della Guardia di Finanza ha infatti accertato che tra i bandi di gara che sono stati oggetto di corruzione, c’é quello riguardante il progetto ‘Frutta nelle scuole’ – del valore di oltre 13 milioni – finalizzato ad aumentare il consumo di frutta e verdura da parte dei bambini e quello denominato ‘Food4u’, del valore di quasi 3,8 milioni, per la realizzazione nelle scuole di campagne di sensibilizzazione sull’importanza di un’alimentazione consapevole.

Giuseppe Ambrosio
Giuseppe Ambrosio

CHI E’ FINITO IN CARCERE
Degli 11 arrestati, sono finiti in carcere l’ex capo di gabinetto dei ministri Galan e Zaia, Giuseppe Ambrosio, soprannominato ‘Centurione’ e considerato figura di spicco di tutta la vicenda; i dirigenti del ministero Stefania Ricciardi (moglie di Ambrosio) e Francesco Saverio Abate, il dirigente pubblico Ludovico Gay, il dirigente della Confederazione italiana agricoltori Alfredo Bernardini e l’impiegato del ministero Michele Mariani. Arresti domiciliari per il funzionario Luca Gaudiano, il direttore del Consorzio Parmigiano reggiano Riccardo Deserti, gli imprenditori Maria Claudia Golinelli, Luigi Cardona e Oliviero Sorbini.

LE DICHIARAZIONI DEL MINISTRO CATANIA
“Se c’era sentore di questa corruzione all’interno del Ministero? Se avessi avuto sentore, avrei fatto immediatamente qualcosa”. Lo dice il ministro delle Politiche Agricole, Mario Catania, commentando gli arresti all’interno del Ministero per corruzione diffusa nel periodo 2007-maggio 2011 in cui Catania era comunque funzionario al Ministero nel ruolo prima di direttore generale delle Politiche europee e poi di capo dipartimento relativamente alla stessa area.

12/12/2012 – LE ULTIME NOTIZIE DA TGCOM

TGCOM  – Era già stato rinviato a giudizio due volte per truffa, ma dalla sua poltrona nessuno era riuscito a spostarlo. Ieri però, a finire in carcere con altri 10 dirigenti delle Politiche agricole, c’era anche lui, Giuseppe Ambrosio, braccio destro del sottosegretario Franco Braga. Una macchina da soldi per moglie, figlia e amanti: tutte piazzate al ministero, tra assunzioni e consulenze.

GIUSEPPE AMBROSIO DETTO “IL CENTURIONE”
Ambrosio ha una storia importante alle spalle: capo gabinetto di due ministri, Zaia e Galan, e adesso nell’entourage più stretto del sottosegretario Braga, il dirigente noto come il “Centurione” sapeva come fare carriera. A portarlo al ministero fu Alfonso Pecoraro Scanio. Come racconta Carlo Bonini su “Repubblica” in un inquietante ritratto, Ambrosio si fa strada con Alemanno e sopravvive a tutti i terremoti politici, rimanendo in sella anche sotto il governo dei tecnici: a marzo viene nominato direttore generale del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura.

Tutto questo per mantenere una corte familiare numerosa e pretenziosa. C’è una moglie, Stefania Ricciardi (finita in carcere con lui), che viene piazzata come dirigente sempre alle Politiche agricole, e riceve 89mila euro in un’occasione per gli appalti. Poi c’è una nipote, Monica Ricciardi, anche lei sistemata al ministero. E ancora una figlia, Benedetta, e il suo fidanzato, Ludovico Bruno, che vengono sistemati di volta in volta dove capita.

IL PELO TIRA PIU’ DI UN CARRO DI BUOI: L’HAREM DEL CENTURIONE
C’è poi un non meglio specificato faccendiere Michele Mariani, assistente amministrativo e membro delle commissioni di controllo sull’erogazione dei fondi ministeriali. E infine ci sono due amanti, Amelia Pucino da Grazzanise e Izabela Malgorzata Krupa, polacca: la prima viene ripagata con consulenze al ministero, la seconda con un’assunione in una delle società vincitrici degli appalti, pilotate da Ambrosio.

Il reddito dichiarato del Centurione è di 303mila euro lordi l’anno. Ma lui sa bene come integrare le entrate e guadagnarsi favori, tra giri di appalti ed erogazioni pubbliche manovrate alle aziende “giuste”. Ci sono intercettazioni di telefonate di Ambrosio con Massimo Spagnolo, direttore della Irepa onlus, società di biologia marina che ha ricevuto dal minstero fondi per 9,7 milioni di euro, conversazioni in cui si parla di “bufale” e “mozzarelle”.

A MARATEA SOLDI DEL MINISTERO EVITANO IL CONTROLLO EDILIZIO
C’è una telefonata di cortesia, a Natale del 2010, tra Ambrosio e Mario Di Trani, sindaco di Maratea, che riceve dal ministero un contributo di 63mila euro. Proprio a Maratea il Centurione è proprietario di due villini e, in cambio del “regalino”, il primo cittadino evita di fare il controllo edilizio sugli immobili, per poi prodigarsi in ringraziamenti. Ambrosio gli promette che avrà “la copia del decreto sotto l’albero di Natale” e Di Trani elogia “le attenzioni” che Ambrosio “riserva a questa terra…”.

ANCHE A TODI: MA..DIO PUO’ BENEDIRE PER QUESTO?
ttenzioni che il Centurione dedica a piene mani anche a Todi, dove si assiste allo stesso copione: lui costruisce la sua villa e a Todi vengono erogati 125mila euro. Più un cortese sms in cui Ambrosio si rivolge con queste parole al suo amico umbro: “Carissimo Giuseppe, nel ringraziarTi per tutto l’aiuto che ci dai, ti auguro un sereno Natale. Dio Ti Benedica”, in in profluvio di maiuscole parole benaugurali.

 

 

 

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