A cura di Giovanni Borrelli – Roma – L’evidente attuale processo dissolutivo della comunità statale nazionale ha, come inizio , la corrosione della legittimazione di ogni principio di autorità posto a salvaguardia degli interessi della comunità.
L’avvento, poi, della nuova fase della secolarizzazione giustamente definita da Zygmunt Bauman “ società liquida che persegue esclusivamente il proprio desiderio narcisistico senza alcun orizzonte comune di solidarietà,” ha comportato, in assenza dei poteri di sorveglianza da parte dello stato, un vuoto di legalità, con richiesta continua di diritti, anche quando questi costituivano plateali illeciti, spesso di carattere penale.
La corruzione ,divenuta sistema, è riuscita così a prevalere enfatizzando i presunti diritti ed oscurando i doveri , corrodendo così, sino all’osso, il nostro povero stato democratico che ancora si regge solo per le regole educative che la famiglia è riuscita a tramandare, ma che oggi si stanno perdendo inesorabilmente, con un danno etico di enorme portata.
Nonostante questi allarmi sociali, da tutti denunciati, si prende ancora tempo, sperando che riprenda l’economia e così ”chi ha avuto ha avuto e chi ha dato ha dato” .
Ma ci si è chiesti come vivranno le attuali generazioni quando i nonni scompariranno, perdendo le pensioni ed i genitori non riusciranno forse a riceverla? E’ chiaro e la storia ci insegna che le rivoluzioni hanno sempre avuto una forte spinta economica e allora? Interrogativi tutti che dovrebbero lasciarci sgomenti, che imporrebbero che il Parlamento lavorasse anche la notte, che tutti si attivassero per trovare sistemi leciti e redditizi di lavoro, perché gli spazi ci sono, ma forse non conviene riempirli, chissà per quali altri fini.
Tutto questo allora sarebbe possibile, (non con la solita solfa “ ci vuole qualcuno che rimetta le cose a posto” argomenti nel 2012 risibili se non fossero di una gravità immensa dopo oltre sessanta anni di democrazia imperfettissima ma fortunatamente sempre democrazia), ricorrendo al rispetto rigoroso delle attuali norme della nostra Costituzione che implicitamente, oltre a fornire regole etiche condivise, potrebbero ripristinare gli squilibri, imponendo il rispetto tra stato e cittadino, regole tutte poste a presidio della convivenza civile, di facile attuazione non da “Città del Sole “ .
Si dovrebbe far capire a tutti che da oggi, non da domani, non sono più ammesse deroghe, ciascuno faccia il proprio dovere rispettando il giuramento di fedeltà alla Repubblica ed alla Costituzione e non ad altri giuramenti che sono prevalsi solo per fini personali, arrecando i danni di cui l’Italia si duole.
Ritorna forse inesorabilmente la famosa affermazione di Bockenforde per il quale “lo Stato liberale secolarizzato vive di presupposti che non può garantire,” ma che invece ha l’obbligo di garantire ripristinando quel carattere etico che lega il cittadino allo stato nell’interesse del bene comune.
Giovanni Borrelli – Avvocato del Foro di Roma
Vedi e approndisci: http://en.wikipedia.org/wiki/Zygmunt_Bauman