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Giacomo Saccomanno (Grande Sud) a Prefetto di Reggio Calabria: 2 Giugno per tutti

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Il Tricolore Italiano
Il Tricolore Italiano

La crisi finanziaria e i conseguenti effetti depressivi che caratterizzano da mesi espressione e lineamenti del volto della società italiana, si è amplificata con gli eventi accaduti a causa del recente Terremoto in Emilia che ha azzerato del tutto il presente e il prossimo futuro di una delle più produttive collettività italiane. Ciò ha valorizzato riflessioni di ogni tipo sul fatto che, dalla sera alla mattina, le cose possano peggiorare, anche per eventi “apolitici” e ridurre una regione alla fame, trovando lo Stato impreparato ad amministrare non l’emergenza, perché in essa l’Italia non ha pari, ma il futuro.
Senza una politica per il futuro ed una programmazione vera, la ripresa delle Aziende, l’occupazione giovanile, l’attivazione di una strategia di penetrazione del mercato a vantaggio delle Piccole e Medie Imprese, saranno costrette a pescare fondi dalle accise. Esse identificano la politica che alza le mani e si arrende addossando alle famiglie e a chi lavora con certezza, tutta la responsabilità.

Il 2 Giugno ci fa riflettere sulla grande Nazione che è l’Italia capace di esprimere la tradizione contadina più ammirata da tutto il mondo e nella quale si identifica parte importante del Made in Italy. Una tradizione oggi fiaccata e inginicchiata da un effetto domino che parte dal continuo pescare economia dalle accise del petrolio, e finisce per far crollare il mercato del settore Agroalimentare 100% ITALIA, perchè non riesce a stare più sul mercato a causa della indispensabile levitazione del costo dei prodotti, per questo, non più concorrenziali.

In queste ore Giacomo Saccomanno, Avvocato e Consigliere del Grande Sud, s’interroga su questo drammatico momento e rivolge la sua lettera al Prefetto di Reggio Calabria Vittorio Piscitelli.
IL PARLAMENTARE.IT la pubblica per intero quale migliore riflessione in occasione del 2 Giugno 2012.

GIACOMO SACCOMANNO: LETTERA A S.E. IL SIGNOR PREFETTO VITTORIO PISCITELLI
“Eccellenza, come Lei ben sa fin dalle prime ore immediatamente successive al nuovo sisma che ha messo in ginocchio l’Emilia Romagna, tanti movimenti e partiti  hanno chiesto che la tradizionale parata del 2 giugno non si svolgesse e che si destinassero le somme che sarebbero state spese per quell’evento alla ricostruzione delle zone terremotate.

Si è anche detto “E’ una follia sperperare tanti soldi per la parata militare del 2 Giugno. In un momento così difficile per il nostro paese flagellato in queste ore dal terremoto, è opportuno utilizzare quei fondi per fini sociali e di solidarietà. Sarebbe il modo migliore per onorare la nostra Repubblica”.

La posizione assunta da tali partiti e movimenti, a cui aderisce anche lo scrivente, non è contraria ad uno Stato che celebra con orgoglio la propria storia, ma ritiene che tali celebrazioni non solo non si possano svolgere, ma siano contrarie ad ogni senso logico e agli stessi principi per i quali la Repubblica Italiana è nata, quando in una delle sue regioni sono appena morte 24 persone, ci sono migliaia di sfollati costretti a dormire in strada privi di tutto, e ovunque sono presenti tonnellate di macerie fumanti che fino a qualche ora prima erano case, aziende o monumenti storici molto antichi.

Giacomo Saccomanno del Grande Sud scrive al Prefetto di Reggio Calabria in occasione del 2 Giugno 2012
Giacomo Saccomanno del Grande Sud scrive al Prefetto di Reggio Calabria in occasione del 2 Giugno 2012

Non si può dimenticare oggi che la nostra Repubblica è nata dalle macerie e dai lutti prodotti dalla guerra e dalla dittatura. Macerie di cui l’Italia era piena anche il 2 giugno del 1946. I padri costituenti, se fossero qui oggi, non esiterebbero un solo minuto a fare quello che è già stato fatto nel 1976 in occasione del tragico terremoto del Friuli. Disdire la parata che per quanto dimessa possa essere, rimane una celebrazione in assoluto contrasto con la sofferenza che si vive in Emilia Romagna dove la terra continua purtroppo a tremare.

Poiché, purtroppo, la parata militare sfilerà regolarmente il 2 giugno lungo via dei Fori Imperiali a Roma, bruciando due preziosi milioni di euro che potevano essere destinati alla ricostruzione, i cittadini non possono che opporre un silenzioso e sdegnato atteggiamento di contrasto, preferendo alle passerelle celebrative un gesto di solidarietà verso le fasce deboli e bisognose.

E’ molto importante che chi è in grado di farlo, il 2 giugno celebri la festa della Repubblica aiutando chi in questo momento soffre, anche semplicemente con la propria presenza o con una parola di conforto. E’ per questo che invito tutti ad essere presenti nelle zone ove vi è necessità di aiuto e di conforto e festeggiare con i bisognosi i veri valori della Repubblica tra i quali la solidarietà nei confronti di chi soffre è al primo posto.

A Lei signor Prefetto, giunto da poco a Reggio Calabria, ricordo che il nostro territorio è afflitto da profonde ed endemiche problematiche (disoccupazione altissima, crisi agrumicola e imprenditoriale, inquinamento ambientale, mancanza di un programma serio di sviluppo, criminalità organizzata, povertà incalzante, rischio sismico elevato) e che sarebbe più opportuno ed adeguato impegnarsi ed impegnare le poche risorse esistenti per tentare di alleviare le sofferenze delle popolazioni.

Rosarno, ha subito attacchi feroci per la presenza e la rivolta dei migranti, è stata definita una città razzista e ‘ndranghetista, confondendo il bianco non il nero, per poi avere una serie infinita di presenze istituzionali che hanno fatto solo passerelle in un momento in cui tale nome era in voga. Poi, il silenzio assoluto e nulla è cambiato. Il campo per i migranti dell’autunno 2011 è stato realizzato per la pressione dei ragazzi del Liceo Scientifico “R. Piria”, per l’azione delle associazioni, dei Rotary Club, e di tante persone che si sono prodigate per fornire assistenza alimentare e vestiaria. Per lungo tempo le istituzioni e l’amministrazione comunale hanno cercato di nascondere il problema, affermando che era tutto sotto controllo, per poi, subito dopo, smentirsi e riconoscere l’emergenza.

Giacomo Saccomanno - Grande Sud - Presidente Premio "La Città del Sole"
Giacomo Saccomanno - Grande Sud - Presidente Premio "La Città del Sole"

Oggi Lei viene a celebrare la festa della Repubblica in un comune che soffre la povertà più profonda, che non offre ai giovani alcuna speranza e che viene gestito da una amministrazione fallimentare, che nulla ha svolto in quasi 18 mesi di mandato. Tanto fumo e passerelle, ma nulla di vero e di concreto. Senza aggiungere poi il contorno che dovrebbe essere a Sua conoscenza.

Non aggiungo altro, Eccellenza se non l’inopportunità, per essere buoni, di una celebrazione che offende i bisognosi, i lavoratori senza occupazione, i padri di famiglia senza reddito, i giovani senza alcuna speranza, i malati senza sanità. Spero solamente che sia stata una valutazione dettata da chi lo ha informato male e che nel tempo si possa rendere conto che i cittadini meritano maggiore rispetto e vicinanza alle loro pregnanti esigenze. Solamente vivendo di persona il territorio e conoscendo a fondo il tessuto sociale si può apportare dei benefici concreti ed apprezzati dalle comunità.

Il resto è solo formalismo che non aiuta nessuno e che, invece, aumenta il distacco tra il popolo e le istituzioni.

Non me ne abbia. Sono abituato a dire quello che penso e ad affrontare le emergenze con l’amore e la passione che il servizio vero e senza diversi interessi mi ispira e mi prende.

Con osservanza. Lì, 2 giugno 2012″.  

 

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