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Putin al Cremlino tra le le proteste

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Sono state tutte rilasciate le 250 persone fermate ieri sera a Mosca durante e dopo le manifestazioni anti Putin. Lo riferisce la polizia della capitale. Tra i fermati c’erano anche alcuni leader dell’opposizione, tra cui il blogger Alexiei Navalni, Serghiei Udaltsov e Ilià Iashin. A tutti è stata contestata una violazione amministrativa.

L’oligarca russo Mikhail Prokhorov, terzo nelle presidenziali di domenica, ha condannato l’uso della forza da parte della polizia ieri nella manifestazione anti Putin in piazza Pushkin a Mosca – alla quale ha partecipato – sottolineando che l’intervento delle forze dell’ordine “interrompe la tradizione dei raduni pacifici”. “Sono indignato dall’uso della forza verso persone venute per esprimere la loro posizione civile”, scrive sulla sua pagina Facebook. Gli avvenimenti di ieri, prosegue, “hanno interrotto la tradizione dei raduni pacifici dell’opposizione, che si sono tenuti recentemente nel Paese”. “Le autorità sono responsabili per la sicurezza dei cittadini e per la soluzione di tali situazioni in modo non conflittuale”, aggiunge il magnate, invitando i cittadini a “non cedere alla provocazioni” e chiedendo un’indagine in una seduta aperta del tribunale su quanto accaduto in piazza Pushkin. “Sono convinto che si sarebbero potuti evitare l’uso della forza e i fermi degli esponenti dell’opposizione”, conclude.

Il movimento di contestazione contro il premier e futuro presidente russo Putin vuole tornare in piazza sabato 10 marzo, annullando i raduni previsti per i due giorni precedenti. Lo ha annunciato uno dei leader, Serghiei Udaltsov, capo del Fronte di Sinistra. Udaltsov, rilasciato dopo essere stato fermato ieri sera insieme ad altre 250 persone in una manifestazione anti Putin, ha riferito che l’obiettivo è una marcia lungo il viale Kutuzovski, dal Parco della Vittoria al Novi Arbat, passando quindi davanti alla sede del governo, lungo l’arteria usata normalmente dal premier Putin e dal presidente Medvedev per spostarsi dalle loro residenze ai luoghi di lavoro.

Il blogger anti-corruzione russo Alexiei Navalni è stato rilasciato poco fa a Mosca, circa 3 ore dopo il suo fermo nella manifestazione dell’opposizione di stasera in piazza Pushkin contro la rielezione di Putin al Cremlino. Navalni, che insieme ad altri oppositori aveva rifiutato di lasciare la piazza subito dopo la fine del meeting, scandendo slogan di protesta, è accusato di aver violato le regole di ordine pubblico nell’organizzazione del raduno, una semplice infrazione amministrativa che comporta una multa. I leader dell’opposizione fissano a 500-1.000 persone il numero degli arrestati questa sera nella capitale, ma per la polizia gli arresti sono 250.

 

OSSERVATORI, ELEZIONI ALTERATE PRO PUTIN – La missione di osservatori europei (Osce e Consiglio d’Europa) ha criticato le presidenziali russe vinte da Putin sostenendo che le elezioni sono state “chiaramente alterate” a favore del premier e contrassegnate da “numerose irregolarità” che vanno accertate. Gli osservatori hanno rilevato nel loro rapporto finale che “tutti i candidati avevano accesso ai media, ma al premier è stato dato un chiaro vantaggio sui rivali in termini di presenza sui media”. Inoltre, prosegue la nota, “le risorse statali sono state mobilitate a livello regionale in suo sostegno” e “i requisiti eccessivamente restrittivi per la registrazione dei candidati hanno limitato una competizione autentica”. Se il voto nel giorno delle elezioni è stato “valutato positivamente nel suo complesso”, il processo si è “deteriorato durante lo scrutinio, che è stato valutato negativamente in almeno un terzo dei seggi osservati per irregolarità procedurali”. Per gli osservatori queste elezioni “dimostrano un chiaro vincitore con una maggioranza assoluta, che ha evitato un secondo turno”. “Tuttavia – spiegano – la scelta degli elettori era limitata, la competizione elettorale mancava di correttezza ed è mancato un arbitro imparziale”. “Ci sono stati problemi seri sin dall’inizio di questa elezione. Il punto di una elezione è che l’esito dovrebbe essere incerto. Questo non è stato il caso della Russia”. Non c’é stata vera competizione e l’abuso delle risorse governative ha garantito che il vincitore definitivo delle elezioni non fosse mai in dubbio”, ha dichiarato in una conferenza stampa a Mosca Tonino Picula, coordinatore della missione a breve termine degli osservatori Osce. “In questa elezione i candidati non hanno potuto competere su basi uguali”, ha spiegato Heidi Tagliavini, capo della missione degli osservatori dell’Odihr, l’ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani dell’Osce. “Benché le autorità abbiano fatto qualche sforzo per migliorare la trasparenza – ha proseguito – è rimasta una larga sfiducia nell’integrità del processo elettorale”. Come “primo passo”, ha auspicato Taglaivini, “tutte le denunce di violazioni devono essere accertate a fondo”. Come segni positivi, gli osservatori hanno notato “un maggiore coinvolgimento civico” negli sforzi per migliorare il controllo del voto, fenomeno che “può essere uno strumento per aumentare la fiducia nelle future elezioni”.

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