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Anonymous: terzo attacco a sito Vaticano, contro ‘omerta” su abusi

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ASCA- Citta’ del Vaticano, 19 mar – Nuovo attacco degli hacker di Anonymous contro il sito del Vaticano, www.vatican.va. Si tratta del terzo in poche settimane.
L’attacco, che sembra gia’ concluso, e’ stato rivendicato come di consueto sul blog del gruppo anon-news.blogspot.it. I pirati informatici si dicono ”letteralmente disgustati dall’omerta’ della Chiesa Cattolica nel non denunciare casi di pedofilia, talvolta veramente riprovevoli…”.

”Per anni – prosegue la rivendicazione degli hacker – avete ‘lavato’ i panni sporchi in chiesa, omettendo di tenere in conto che il terreno in cui svolgevate la vostra funzione non vi appartiene. I luoghi in cui i vostri preti hanno praticato l’azione pastorale hanno precise leggi, e nel caso in cui vi fosse giunta notizia di reati da parte di detti preti sarebbe stato vostro obbligo denunciarli alle autorita’ competenti dello stato in questione, anziche’ adottare comportamenti omertosi. Per questa ragione il silenzio che le gerarchie della chiesa hanno mantenuto per decine di anni circa orribili fatti consumati all’interno di istituti religiosi in tutto il mondo, come l’abuso su bambini sordomuti non in grado di riferire le violenze, equivale ad un assunzione di complicita”’.

Il comunicato di Anonymous denuncia anche ”un caso di abuso successo nel 1996, ad una cara amica di un membro del collettivo”: ”Venne violentata, appena 13enne, da un sacerdote, lo stesso che l’aveva battezzata, questi la minaccio’, ma coraggiosa ando’ dalla madre (suo unico genitore) a parlarne … la madre si precipito’ alla curia, che la minaccio’ di toglierle il solo sostentamento che avevano, dato per l’appunto dalla Caritas, barattando cosi’ il silenzio in cambio della sopravvivenza”. ”Sappiamo – conclude il comunicato – che questo non e’ l’operato di un singolo ma che il Vaticano tende a mascherare gli abusi piu’ riprovevoli senza denunciarli alle forze dell’ordine, poiche’ ha molto cari i suoi membri, ma un po’ meno cari i suoi fedeli”.

ANONYMOUS: CHI SONO?

A cura di Fabio Gallo – esperto di gestione della Conoscenza

I componenti della grande squadra di Anonymous sono i paladini di quella democrazia che tutti vorrebbero e che, nella realtà, esiste solo come ideale. Esiste anche una Giustizia che nella vita non c’è ma che tutti noi vorremmo che ci difendesse dai prepotenti di ogni ordine e grado. Ecco questi ragazzi sono l’espressione ingegnerizzata di questa esigenza di tutela che tutti provano. E’ lecito ciò che fanno? No!, ma quando hanno consegnato alla Polizia il più grande giro di pedofili mai visto tutto insieme, di certo, avrebbero meritato la medaglia d’oro. Operano in un ambito territoriale virtuale che si pone tra l’illecito assoluto e il più profondo senso di Giustizia. Sono persone senza le quali chiunque potrebbe fare qualsiasi cosa tramite la rete. Io, fossi Ministro, offrirei loro una sede segreta con PC da paura e distributori di ogni sorta di ben di Dio, per difendere la libertà e l’Economia dell’Italia. Intanto, quale modestissimo Direttore Editoriale di ComunicareITALIA ho proposto l’apertura del “Museo Anonymous” nel quale raccoglieremo le loro gesta.

Continua, a cura di Alessandro Martorana
La lista delle loro vittime è lunghissima: i governi di Iran, Zimbabwe, Egitto e Tunisia, il Vaticano, l’ENEL, l’AGCOM, il partito irlandese Fine Gael e quello conservatore britannico, Scientology, solo per citarne alcuni. Stiamo parlando di Anonymous, il più famoso (e segreto) gruppo hacker al mondo.

Anonymous ha origine nel 2003, ma a quel tempo rappresentava unicamente un nome collettivo che designava una qualunque comunità di utenti coordinata per uno scopo. Esattamente la tattica utilizzata dagli hacker che, nel 2006, si riuniscono sotto il nome Anonymous per intraprendere attività di hacktivism (neologismo nato dalla fusione tra le parole hacker e actvism). È di quell’anno la prima azione attribuita al gruppo, relativa alla “occupazione” del social network Habbo, come forma di protesta per il divieto di entrare in piscina rivolto ad un bambino di due anni affetto da AIDS in un parco di divertimenti in Alabama.

Da allora le attività di Anonymous sono state parecchie, e di difficoltà sempre crescente. Si va dal blocco o hackeraggio dei siti, come nel caso di ENEL, Scientology, o dei più recenti “assalti” ai siti di Vaticano e Radio Vaticana, agli “aiuti per la comunicazione” alle popolazioni di quei paesi nei quali esiste un regime che vieta la libera circolazione delle informazioni (come Egitto, Iran, Siria), sino addirittura ad attività di collaborazione con le forze dell’ordine, come nel caso dell’Operazione Darknet: nell’ottobre 2011 i membri di Anonymous, dopo 10 giorni di lavoro, riescono a smantellare una rete di 40 siti a carattere pedopornografico denominata “Hard Candy”, rendendo al contempo noti alle forze dell’ordine i nomi di 1.589 utenti di questi siti, invitando FBI ed Interpol a prendere provvedimenti.

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