Paura del cibo e dei disturbi che si pensa possa scatenare fra le persone con malattie infiammatorie croniche dell’intestino. A fotografare il timore della maggioranza dei pazienti e la scelta di evitare a prescindere molti alimenti è uno studio del Nancy University Medical Center (Francia), illustrato come presentazione poster a Barcellona in occasione del congresso della European Crohn’s and Colitis Organization (Ecco).
L’indagine ha coinvolto 244 pazienti intervistati tramite questionario. Il 16% è risultato convinto che sia stata la dieta a far insorgere la propria malattia, mentre il 58% crede fermamente che l’alimentazione possa avere un ruolo chiave nel dar luogo a recidive. Il 47,5% degli intervistati ha confessato che la patologia ha influito negativamente sul piacere di mangiare. Due pazienti su tre evidenziano di evitare alcuni tipi di cibi per evitare il ritorno dei sintomi. Tutti questi atteggiamenti nei confronti dell’alimentazione hanno un impatto sulla vita sociale di un quinto dei malati.
“Non esiste nessuno studio che abbia documentato che un cibo piuttosto che un altro possa scatenare queste malattie o farle recidivare – commenta Alessandro Armuzzi, dirigente medico dell’Unità di Gastroenterologia del Complesso integrato Columbus di Roma – ma quello della paura di mangiare è un problema davanti al quale ci troviamo quotidianamente. Le regole sono abbastanza semplici, di buon senso. Se un paziente ha una malattia di Crohn che tende a dare restringimento dell’intestino deve evitare le fibre. Ed è anche molto probabile che un paziente con queste malattie soffra di malassorbimento del lattosio”.
No alle estremizzazioni e alle ‘diete forzate’, dunque, sempre con l’aiuto della consulenza del proprio medico. “Non esistono cibi per i quali ci sia una controindicazione – aggiunge Salvo Leone, direttore di Amici onlus (Associazione malattie infiammatorie croniche dell’intestino) – e il paziente deve basarsi sulla propria personale esperienza, per modulare la dieta con l’aiuto del medico. Solo nelle fasi di malattia attiva è consigliabile evitare latticini, frutta, verdura. Si può mangiare di tutto, magari previa consultazione del gastroenterologo”. (Dall’inviata dell’Adnkronos Salute Barbara Di Chiara)