I sacrifici non e’ solo difficile farli, ma anche decidere di farli fare. Il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, illustra con precisione, fermezza e molti dettagli tutte le norme pensionistiche ma quando arriva all’illustrazione del blocco della rivalutazione degli assegni la voce si ferma. Non riesce a finire la parola ”sacrificio”, si commuove, piange. Un momento di grande umanita’, inatteso per chi immagina le manovre solo come un’alchimia tra numeri e tabelle. E non come misure che interessano persone in carne ed ossa. Le lacrime arrivano a sorpresa in una conferenza stampa affollatissima, con giornalisti italiani e stranieri, e tra l’altro trasmessa in diretta tv da molte emittenti. La Fornero era giunta quasi alla fine della sua esposizione. ”Ultima cosa, forse la piu’ dolorosa – comincia a dire nella sua conclusione – I vincoli finanziari oggi sono severissimi: nessuna riforma nell’anno della sua introduzione da’ risparmi. E’ un meccanismo lungo tra le generazioni. E allora abbiamo dovuto, e ci e’ costato anche psicologicamente, chiedere un sacr…”. Il ministro non termina la frase che si riferiva al blocco della perequazione delle pensioni al caro-vita. In soccorso del ministro Fornero interviene lo stesso premier Mario Monti che, togliendola dall’imbarazzo, prende la parola per proseguire l’illustrazione delle misure previdenziali previste dalla manovra.
”Credo che stesse per dire: sacrifici”, dice Monti. Poi con disinvoltura e padronanza il premier spiega il meccanismo della deindicizzazione che sara’ un po’ meno pesante di quanto il governo aveva previsto inizialmente. ”Grazie ai proventi che derivano dal bollo e dallo scudo fiscale – spiega Monti – possiamo dare non meta’ copertura dall’inflazione, come pensavamo, ma piena copertura anche per le pensioni tra quella minima, 480 euro, e la doppia della minima”. Ma poi rivolto alla Fornero, Monti, anche per sdrammatizzare, scherza: ”Commuoviti ma correggimi”. Il ministro Fornero si riprende e chiede anche ”scusa” per quel momento di debolezza. Difficile pensare che il vice presidente del consiglio di sorveglianza di IntesaSanPaolo, di fatto la ”numero due” del banchiere Bazoli, abbia un attimo di commozione. Ma, da sempre esperta di pensioni, il ministro tecnico ha cosi’ dimostrato che, anche quando come economista ha elaborato le sue teorie in materia previdenziale, non ha mai dimenticato che dietro numeri e tabelle ci sono anziani che hanno lavorato per tutta la vita e giovani che devono entrare nel mondo del lavoro.