MILANO- Effetto Mirabello. Poche ore dopo la proposta di Angelino Alfano, neo segretario Pdl, ecco che arrivano i primi sostenitori. Esterni. Adolfo Urso, Andrea Ronchi e Pippo Scalia lasciano Fli per aderire a «una costituente popolare per realizzare in Italia un soggetto politico che si ispiri ai valori e ai programmi del Ppe», si legge in una nota degli ex fedelissimi di Gianfranco Fini. Lanciando l’associazione Fareitalia.
LE PRIMARIE- Ma non è finita qui. Un’altra ragione dietro la fuga da Futuro e Libertà sono le primarie nel 2013. Non sarà quindi Silvio Berlusconi il candidato premier, ma qualcuno eletto dalla “pancia” del partito. Uno strumento, quello delle primarie, «di rinnovamento e di partecipazione popolare», grazie al quale potrebbero aprirsi «nuovi scenari per il centrodestra italiano». In ogni caso i tre intendono « lavorare, in piena autonomia e senza vincoli di partito, per costruire la nuova casa dei moderati».
LE REAZIONI- E se Angelino Alfano plaude la scelta («bene l’uscita dei tre, ora una riunione tra i moderati»), è scettico Italo Bocchino, vicepresidente di Fli. «È una non notizia essendosi posti da tempo fuori dal partito. La notizia, semmai, sarebbe stata la loro volontà di lavorare per Fli». Stessa posizione per Enzo Raisi , deputato di Fli e membro dell’ufficio di presidenza del partito, «era da tempo che i tre erano in sofferenza. Le motivazioni politiche che portano per questa scelta sono ridicole: le ragioni sono altre e di carattere prettamente personale». Per Maurizio Gasparri, invece, «La scelta di Ronchi, Urso e Scalia è un dato politico molto rilevante e apprezzabile. È una scelta politica di convisione, non hanno alcun tornaconto, vedremo come vorranno declinarla. È l’ennesima prova della crisi di un non progetto». Corriere della Sera