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Bossi: Berlusconi è la garanzia, ma no all’Udc

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BELLUNO – Che il barometro della maggioranza si allontanasse dalla zona ‘tempesta’ lo si era capito gia’ nel corso della giornata. E anche se non punta al bello, sicuramente la serata della ‘cena degli ossi’ lo stabilizza sul ‘fair’, sul sereno-variabile. A spazzare via le nuvole ci pensa direttamente il leader della Lega, Umberto Bossi che nei confronti del principale alleato, Silvio Berlusconi spende solo parole di elogio. Soprattutto in chiave ‘federalista’.

”La garanzia e’ Berlusconi”, esordisce il senatur arrivando, con due ore di ritardo, alla cena dove lo aspettavano i ministri Tremonti, Calderoli e Castelli. Una garanzia che passa da quei numeri parlamentari che il premier continua ad assicurare per il prosieguo in sicurezza della legislatura. Dieci parlamentari in arrivo? Ampliamento della maggioranza? Bossi ci crede: ”si’, si’ – risponde – il capo del governo non dice mai balle”.

E quasi a voler mostrare che nel rapporto tra i due – causa (giornalistica) la presenza del terzo incomodo Tremonti – non ci sia nemmeno una crepa, arriva puntuale (e puntualmente pubblicizzata da alcuni dei presenti all’esterno del ristorante) la telefonata di auguri di Silvio Berlusconi.

Ad annunciarla ai giornalisti sono stati i ministri Tremonti e Calderoli che subito hanno voluto sottolinearla chiedendo se non si fossero sentiti gli applausi. Applausi e fischi, ”ma all’americana”, aggiunge Calderoli che con una battuta sembra comunque voler marcare il territorio leghista.

Il ministro per la Semplificazione non ha infatti voluto abbandonare i toni perentori del Carroccio del ‘federalismo o morte’ e, al suo arrivo al ristorante ribadisce ”quello che ha gia’ detto Bossi: la Lega vuole il federalismo subito, altrimenti si vota”. Linea ferma anche sull’altro fronte difeso dai leghisti: l’apertura della maggioranza ai centristi di Casini. A scandirlo, dopo alcuni giorni di timidi ammiccamenti, e’ lo stesso Bossi secondo cui un’apertura all’Udc ”non e’ possibile” perche’ ”sarebbe una continuazione della palude romana”.

BERLUSCONI, NIENTE URNE O DISSIDI CON BOSSI-TREMONTI

di Federico Garimberti

Dopo giorni di comunicati, Silvio Berlusconi torna sulla scena politica in prima persona per ribadire la sua contrarieta’ alla fine anticipata della legislatura e rassicurare sulla tenuta della coalizione smentendo dissidi fra lui, Umberto Bossi e Giulio Tremonti. Dopo una visita nel ritiro del Milan in vista del match con il Cagliari, durante la quale sostiene che le vittorie del Milan rallegrano l’umore dei parlamentari e dunque ”fanno bene al Paese”, il presidente del Consiglio concede un’intervista telefonica a ‘Studio Aperto’. Al tg di Italia Uno conferma il suo ottimismo sulla possibilita’ di ampliare la maggioranza a singoli deputati ‘delusi’. ”Sono sicuro che entro la fine di gennaio in Parlamento ci saranno le condizioni per portare a termine la legislatura”, ribadisce il premier.

”L’Italia – aggiunge precisando di non temere il voto – ha bisogno di tutto, tranne che di elezioni anticipate”. Una ”stabilita”’, sostiene con un occhio rivolto all’Udc, ”richiesta da tutti i protagonisti piu’ importanti della nostra societa’, dall’industria alla Chiesa Cattolica”. Un altola’ al pressing di quanti, nella maggioranza, preferirebbero staccare la spina al governo, a cominciare da alcuni esponenti di primo piano della Lega e – a quanto si dice – dallo stesso ministro dell’Economia. Ma a questo proposito lo stesso Cavaliere, aiutato poi dalle parole del Senatur, smentisce qualsiasi divisione: i dissidi dentro la maggioranza con la Lega e il ministro Tremonti, afferma, ”sono solo chiacchiere al vento, non c’e’ nulla di vero” visto che ”maggioranza e governo sono solidi e capaci”. A differenza dell’opposizione, rimarca, che e’ ”senza idee e senza leader” e sa dire solo ”stupidaggini e calunnie”.

Segue il consueto elenco delle cose fatte dal governo, con particolare attenzione alle politiche giovanili per le quali – ricorda – il governo ha stanziato oltre 300 milioni di euro consentendo cosi’ al premier di poter affermare senza ombra di dubbio che l’Italia puo’ tornare ad essere un paese per i giovani. Ma Berlusconi guarda anche avanti e a quanto ancora l’Esecutivo potrebbe fare se terminasse la legislatura: non solo le riforme previste nei cinque punti programmatici (federalismo, Sud, sicurezza, giustizia e fisco), ma anche quei provvedimenti, in parte gia’ avviati, da portare a termine per consentire al Paese di innovarsi e competere di fronte ad una globalizzazione sempre piu’ estesa: dal piano case, agli investimenti in infrastrutture; dalle liberalizzazioni, al piano per il nucleare; dalla banda larga, alla riforma del patto di stabilita’ interno. L’intensa giornata si conclude a Milano.

Ad attendere Berlusconi a Linate c’e’ Alberto Torregiani, figlio del gioielliere ucciso nel 1979 da Cesare Battisti. Al termine del colloquio, il capo del governo precisa che i ”buoni” rapporti con il Brasile non saranno influenzati dalla decisione dell’ex presidente Lula. Anche perche’, spiega, si tratta di un ”caso di giustizia” che nulla ha a che fare con la vendetta. Parole che non cambiano il duro giudizio su Battisti: un ”criminale vero”, a giudizio del Cavaliere che annuncia una iniziativa congiunta con il Partito Popolare europeo per tenere alta l’attenzione sul caso. ”Ho proposto al signor Torregiani di venire a Bruxelles dove organizzeremo una conferenza stampa per far conoscere la realta’ dei fatti e arrivare fino alla corte di giustizia de L’Aja”. Una fermezza, questa, che lo stesso Torregiani rivela che il premier gli ha voluto promettere personalmente.

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