Le gravissime accuse sono mosse dalla Magistratura Antimafia di Reggio Calabria che ha arrestato all’interno dell’operazione Reale 3 il consigliere di maggioranza Santi Zappalà (Pdl) ex sindaco di Bagnara Calabra (Reggio Calabria), con l’accusa di avere stipulato un accordo con il capo della cosca Pelle, in cambio di un consistente pacchetto di voti nella zona jonica della provincia di Reggio Calabria controllata, appunto, dai Pelle di San Luca. L’accusa è associazione mafiosa e corruzione elettorale aggravata da finalità mafiose. Secondo l’accusa della Dda reggina, il Consigliere Regionale del Pdl Santi Zappalà avrebbe concretamente contribuito, pur senza farne formalmente parte, alla realizzazione degli scopi della ‘ndrangheta consistenti, in particolatre, nell’acquisire la gestione ed il controllo di attività economiche. Il Blitz dei Carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Reggio Calabria ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip nei confronti di 12 persone indagate per associazione mafiosa e corruzione elettorale aggravata dalle finalità mafiose.
L’indagine ha rilevato il condizionamento esercitato dalla cosca Pelle di San Luca della ‘ndrangheta in occasione delle elezioni del 29 e 30 marzo scorsi per il rinnovo del Consiglio regionale della Calabria che ha visto eletto Governatore Giuseppe Scopelliti di Reggio Calabria. Al centro dell’indagine gli incontri tra il boss Giuseppe Pelle e alcuni candidati che, in cambio di voti assicurati dalla ‘ndrangheta, avrebbero dovuto garantire alle imprese di riferimento della cosca l’aggiudicazione di alcuni importanti appalti pubblici ed altri favori.
Encomiabile il lavoro della magistratura di Reggio Calabria che, nonostante sia al corto di personale, di fondi e molto altro, sta combattendo in modo efficace le infiltrazioni mafiose nelle Istituzioni e nella politica calabrese. Ci si chiede se questa operazione sia la prova consistente di un cerchio che inevitabilmente e nonostante tutto si sta stringendo intorno ad un nocciolo centrale di elite politico istituzionale al servizio delle cosche mafiose e che stanno di fatto asfissiando il presente e il futuro dei calabresi onesti e laboriosi. In seguito a questi arresti eccellenti è lecito pensare che il Governo regionale di Giuseppe Scopelliti stia governando anche grazie a voti fortemente inquinati e chissà quanto pesanti sulla bilancia dello scambio in termini economici. Un problema molto serio che certamente dovrà essere discusso dal Pdl calabrese anche in virtù di possibili sviluppi investigativi.
Gli arrestati insieme a Santi Zappala’, di 50 anni sono: dove è nato a risiede; Antonio Manti (37), di Melito Porto Salvo e residente a Bova Marina e che si è presentato con la lista Alleanza per la Calabria che ha sostenuto per la presidenza il candidato del centrosinistra, Agazio Loiero; Pietro Nucera (51), di Melito Porto Salvo e residente a Roghudi; Liliana Aiello (58), nata a Catanzaro e residente a Reggio Calabria, e Francesco Iaria (44), di Melito Porto Salvo, tutti candidati non eletti al Consiglio regionale della Calabria: Manti nella lista Alleanza per la Calabria che ha sostenuto per la presidenza il candidato del centrosinistra, Agazio Loiero, Nucera e Aiello nella lista Insieme per la Calabria e Iaria nella lista dell’Udc.
I colloqui Le conversazioni che il boss della ’ndrangheta Giuseppe Pelle avrebbe avuto con alcuni candidati alle elezioni regionali in Calabria dello scorso mese di marzo a un certo punto vennero interrotti perché Pelle sarebbe stato informato da un ex collaboratore dei servizi, Giovanni Zumbo, del fatto che i dialoghi erano intercettati dalla Dda . Zumbo è stato arrestato successivamente nello scorso mese di luglio dalle Dda di Reggio Calabria e Milano.