“La mia vita dentro. Le memorie di un direttore di carceri“, il libro di Luigi Morsello, curato dai giornalisti Francesco De Filippo e Roberto Ormanni, edito da Infinito Edizioni.
“La mia vita dentro” e’ il primo libro sulla vita nelle carceri italiane raccontata dall’interno, da un direttore. Scrive Morsello: “C’e’ chi conta le pecore per addormentarsi. Un direttore di carcere vede sfilare nei suoi ricordi facce, storie, divise, sbarre, manette, agenti e detenuti. Soprattutto detenuti. Come fosse una galleria di ritratti. Una mostra del passato”.
1969-2005: gli anni bui d’Italia e del carcere raccontati per la prima volta da un direttore che ha visto e diretto 22 penitenziari, da quelli di massima sicurezza sulle isole di Gorgona e di Pianosa a quelli “a custodia attenuata”. Perché la storia passa anche, forse in alcuni casi soprattutto, attraverso le prigioni. Attraverso le storie degli Epaminonda, dei Gianni Guido, dei Sindona, dei Marco Donat-Cattin, delle guardie carcerarie col whisky, dei processi contro mafia e Brigate rosse. “Gli anni di lavoro di Morsello – scrive nella prefazione il magistrato Piero Luigi Vigna, ex procuratore nazionale antimafia – sono coincisi con uno dei periodi più bui della storia del nostro Paese: lì si collocano, infatti, con i loro ripetuti delitti, alcuni di portata storica, le azioni più devastanti del terrorismo e della mafia. L’appassionante panorama di personaggi che questo libro ci propone può finalmente rivelare al lettore l’umanità che vive dietro le sbarre e che costituisce non tanto un’istituzione, quanto una vera e propria comunità”.
In diretta dalla conferenza di presentazione: LA PENA COME RIEDUCAZIONE? MORSELLO: E’ SOLO UN CASO – Nelle carceri italiane la funzione rieducativa e di reinserimento della pena è soltanto casuale. Lo afferma Luigi Morsello, che ha diretto decine di istituti penitenziari in Italia, autore del libro “La mia vita dentro”, curato da Francesco De Filippo e Roberto Ormanni. Morsello è stato tra i primi direttori a istituire delle officine di lavoro e laboratori all’interno delle carceri. In particolare alla fine degli anni Settanta il laboratorio di sartoria creato a San Gimignano confezionava le divise per tutta la polizia penitenziaria. Andato via Morsello, il laboratorio è stato abbandonato e la fornitura delle divise data in appalto a ditte esterne. “Purtroppo il lavoro in carcere – dice Morsello – importantissimo strumento di rieducazione, viene considerato con sempre minore attenzione”
In diretta dalla conferenza di presentazione: L’AMMUTINAMENTO DEGLI AGENTI DI CUSTODIA NEL CARCERE DI ALESSANDRIA – Tra gli episodi raccontati da Luigi Morsello nel libro “La mia vita dentro – Memorie di un direttore di carceri”, curato da Francesco De Filippo e Roberto Ormanni, figura l’ammutinamento degli agenti di custodia, negli anni Ottanta, nel carcere di Alessandria. Morsello era stato mandato a dirigere la struttura che ospitava, tra gli altri detenuti, il figlio dell’allora esponente della Dc, Carlo Donat Cattin. Arrestato per aver fatto parte di un nucleo terroristico, Marco Donat Cattin veniva favorito in vari modi all’interno del carcere. Fino alla possibilità di incontrarsi con una detenuta del braccio femminile. Quando si scoprì che la donna era incinta venne fatta abortire e la cosa messa a tacere. A quel punto Morsello impose un “giro di vite” pretendendo il rispetto delle regole. Per tutta risposta gli agenti si ammutinarono e un giorno gli impedirono di prendere servizio, bloccando, armati, l’ingresso del carcere. Il singolare episodio provocò momenti di tensione tra la polizia, schierata all’esterno in seguito ad una telefonata di Morsello al questore di Alessandria, e gli agenti asserragliati all’interno. Lo “scontro” venne superato, come racconta Morsello, soltanto grazie ad “diplomatico” intervento di Roma.
Editoria 6
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