Il Governo italiano per mezzo della Presidenza del Consiglio dei Ministri finanzia al 50% (capitale di rischio) il Fondo per Progetti Innovativi in Ventur Capital che le Società SGR debbono individuare tra quelli meritevoli di sostegno. Ovviamente, sia da parte del Governo che delle Società SGR i soldi si devono investire in progetti che saranno capaci di produrre, possibilmente, economie e lavoro. Altrimenti il danaro, come si dice, si butta. E con quello dello Stato, la seconda ipotesi sarebbe assolutamente folle da perseguire.
Un pesante, ben motivato e circostanziato lamento giunge alla nostra Redazione dalla Fondazione italiana nota per essere la più attiva nel mondo dell’intelligenza connettiva. La riflessione degli esperti della “Paolo di Tarso” tratta di un problema serio perchè pone la sua attenzione sulla capacità e le competenze dei valutatori nominati dalla Società SGR ai quali tocca decidere del futuro dei progetti ad essi sottoposti, e dunque, del lavoro del domani nel settore Innovazione.
Quando si parla di valutazioni progettuali nel settore innovazione e connettività, oggi, si dice tutto. I fondatori di Google, per esempio, avrebbero poturo incontrare un valutatore incapace e il tutto si sarebbe fermato li. Oggi, invece, il mondo è schiavo di Google e del suo potere nel settore della Gestione della Conoscenza, incluso il sistema finanziario italiano. Tanto, da poter diventare presto un problema di Sicurezza Nazionale poichè quest’ultima, la Sicurezza nazionale, dipende anche dal potere economico sul quale un Paese può contare.
Alcuni valutatori posti in campo dalle Società SGR, effettivamente, potrebbero non essere preparati o informati al punto tale da individuare tra i progetti quelli che potrebbero sbocciare con certezza e produrre realmente economia, dunque degni di un potenziale investimento del Capitale di Rischio che il Governo Italiano investe. Questo il punto.
La definizione stessa di “Capitale di Rischio” significa che il progetto potrebbe anche non andare bene. Ciò fa parte della logica dei progetti in genere. Ma non riuscire a scorgere tra le proprie mani un progetto che potrebbe rappresentare la mecca del nuovo decennio nell’Italia della rete, atteso il fatto che esso è interprete dei dettami governativi in materia di Turismo, individuati come strategici, e tra l’eltro già funzionante, farebbe perdere ogni logica sia al senso che il “Capitale di Rischio” ha, sia all’esborso finanziario del Governo verso le Società SGR che, a questo punto, diventano detentrici di una sorta di monopolio valutativo che non è verificabile per motivi di riservatezza.
Una volta preso atto delle regioni della Fondazione “Paolo di Tarso” è logico porsi alcune domande:
– chi è che controlla la qualità di questi progetti dall’interno degli uffici governativi? Si badi bene, “la qualità”.
– quanti di questi progetti finanziati dalle Società SGR oggi sono fiorenti e hanno avuto successo?
– quali sono i metodi di valutazione?
– vi sono dei metodi di valutazione?
Di certo il valutatore pare non abbia affatto gli “strumenti” per valutare – come candidamente ammette il valutatore della Società SGR di IMI San Paolo nella documentazioone a noi fornita. E se un valutatore di IMI San Paolo dichiara di non avere gli strumenti per valutare, lo stesso, come fa a dire si o no ad un progetto? A simpatia?
Dunque questi progetti cofinanziati dai danari dei contribuenti a quali logiche rispondono?
Dalla lettera ben documentata e con numerose fonti ufficiali a sostegno giunta alla nostra Redazione bisogna dire che il rischio sollevato dalla Fondazione è elevatissimo. La “Paolo di Tarso” espone con molta chiarezza il confronto tra i suoi esperti nella materia dell’Intelligenza Connettiva e un valutatore della Società SGR IMI San Paolo che, nell’esporre le motivazioni della sua valutazione ha, effettivamente, detto una cavolata colossale, di livello epico. Come dire ad una bottiglia di acqua fresca nel deserto: “dubito che possa dissetare”.
Poichè il problema del lavoro è serio e su questi argomenti non si può giocare, perchè di pane di parla e del futuro di molti giovani, chiederemo lumi ai vertici di IMI San Paolo e del Governo e presto pubblicheremo.